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15 Poesie sulla Speranza

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Ultimo aggiornamento: 23 Novembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Poesie sulla Speranza

La speranza è quella forza che ci fa guardare il futuro con la giusta determinazione per andare avanti davanti ad ogni difficoltà.

Senza speranza non potremmo vivere appieno la nostra vita: non potremmo fare progetti, lanciarci in nuove sfide o cogliere le opportunità che ci vengono offerte.

Qui di seguito le più belle poesie sulla speranza che ci faranno capire l’importanza di continuare ad avere fiducia in noi stessi e nel mondo. Eccole!

Poesie sulla speranza

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  • È la “speranza” una creatura alata
    (Emily Dickinson)
    È la “speranza” una creatura alata
    che si annida nell’anima –
    e canta melodie senza parole –
    senza smettere mai –
    E la senti dolcissima nel vento –
    e ben aspra dev’esser la tempesta
    che valga a spaventare il tenue uccello
    che tanti riscaldò –
    Nella landa più gelida l’ho udita –
    sui più remoti mari –
    ma nemmeno all’estremo del bisogno
    ha voluto una briciola – da me.
  • Prendi un sorriso
    (Mahatma Gandhi)
    Prendi un sorriso,
    regalalo a chi non l’ha mai avuto.
    Prendi un raggio di sole
    fallo volare là dove regna la notte.
    Scopri una sorgente
    fa bagnare chi vive nel fango.
    Prendi una lacrima,
    posala sul volto di chi non ha pianto.
    Prendi il coraggio,
    mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
    Scopri la vita,
    raccontala a chi non sa capirla.
    Prendi la speranza,
    e vivi nella sua luce.
    Prendi la bontà,
    e donala a chi non sa donare.
    Scopri l’amore,
    e fallo conoscere al mondo.
  • Strofe per musica
    (George Gordon Byron)
    Dicono che la Speranza sia felicità,
    ma il vero Amore deve amare il passato,
    e il Ricordo risveglia i pensieri felici che primi sorgono e ultimi svaniscono.
    E tutto ciò che il Ricordo ama di più un tempo fu Speranza solamente;
    e quel che amò e perse la Speranza
    oramai è circonfuso nel Ricordo.
    È triste! È tutto un’illusione:
    il futuro ci inganna da lontano,
    non siamo più quel che ricordiamo,
    né osiamo pensare a ciò che siamo.
  • Io li conosco i domani che non arrivano mai
    (Ezio Bosso)
    Io li conosco i domani che non arrivano mai
    Conosco la stanza stretta
    E la luce che manca da cercare dentro
    Io li conosco i giorni che passano uguali
    Fatti di sonno e dolore e sonno
    per dimenticare il dolore
    Conosco la paura di quei domani lontani
    Che sembra il binocolo non basti
    Ma questi giorni sono quelli per ricordare
    Le cose belle fatte
    Le fortune vissute
    I sorrisi scambiati che valgono baci e abbracci
    Questi sono i giorni per ricordare
    Per correggere e giocare
    Si, giocare a immaginare domani
    Perché il domani quello col sole vero arriva
    E dovremo immaginarlo migliore
    Per costruirlo
    Perché domani non dovremo ricostruire
    Ma costruire e costruendo sognare
    Perché rinascere vuole dire costruire
    Insieme uno per uno
    Adesso però state a casa pensando a domani
    E costruire è bellissimo
    Il gioco più bello
    Cominciamo…
  • Regala ciò che non hai
    (Alessandro Manzoni)
    Occupati dei guai, dei problemi
    del tuo prossimo.
    Prenditi a cuore gli affanni,
    le esigenze di chi ti sta vicino.
    Regala agli altri la luce che non hai,
    la forza che non possiedi,
    la speranza che senti vacillare in te,
    la fiducia di cui sei privo.
    Illuminali dal tuo buio.
    Arricchiscili con la tua povertà.
    Regala un sorriso
    quando tu hai voglia di piangere.
    Produci serenità
    dalla tempesta che hai dentro.
    “Ecco, quello che non ho te lo dono”.
    Questo è il tuo paradosso.
    Ti accorgerai che la gioia
    a poco a poco entrerà in te,
    invaderà il tuo essere,
    diventerà veramente tua nella misura
    in cui l’avrai regalata agli altri.
  • Voglio, avrò
    (Fernando Pessoa)
    Voglio, avrò –
    se non qui,
    in altro luogo che ancora non so.
    Niente ho perduto.
    Tutto sarò.
  • Le isole fortunate
    (Fernando Pessoa)
    Quale voce giunge sul suono delle onde
    che non è la voce del mare?
    E’ la voce di qualcuno che ci parla,
    ma che, se ascoltiamo, tace,
    perché si è ascoltato.
    E solo se, mezzo addormentati,
    senza sapere di udire, udiamo,
    essa ci dice la speranza
    cui, come un bambino
    dormiente, dormendo sorridiamo.
    Sono isole fortunate,
    sono terre che non hanno sito,
    ove il Re dimora aspettando.
    Ma, se ci andiamo svegliando,
    tace la voce, e c’è solo il mare.
  • Speranza
    (Guido Gozzano)
    Il gigantesco rovere abbattuto
    l’intero inverno giacque sulla zolla,
    mostrando, in cerchi, nelle sue midolla
    i centonovant’anni che ha vissuto.
    Ma poi che Primavera ogni corolla
    dischiuse con le mani di velluto,
    dai monchi nodi qua e là rampolla
    e sogna ancora d’essere fronzuto.
    Rampolla e sogna – immemore di scuri –
    l’eterna volta cerula e serena
    e gli ospiti canori e i frutti e l’ire
    aquilonari e i secoli futuri…
    Non so perché mi faccia tanta pena
    quel moribondo che non vuol morire!
  • Cogli questo piccolo fiore
    (Rabindranath Tagore)
    Cogli questo piccolo fiore
    e prendilo. Non indugiare!
    Temo che esso appassisca
    e cada nella polvere.
    Non so se potrà trovare
    posto nella tua ghirlanda
    ma onoralo con la carezza pietosa
    della tua mano – e coglilo.
    Temo che il giorno finisca
    prima del mio risveglio
    e passi l’ora dell’offerta.
    Anche se il colore è pallido
    e tenue è il suo profumo
    serviti di questo fiore
    finché c’è tempo – e coglilo.
  • ‘A speranza
    (Totò)
    Ogne semmana faccio na schedina:
    mm a levo ‘a vocca chella ciento lire,
    e corro quanno è ‘o sabbato a mmatina
    ‘o Totocalcio pe mm’ ‘a ji a ghiucà .
    Cuccato quanno è a notte, dinto ‘o lietto,
    faccio castielle ‘e n’aria a centenare;
    piglio ‘a schedina ‘a dinto ‘a culunnetta,
    ‘a voto, ‘a giro, e mm’ ‘a torn’ ‘a stipà
    Io campo bbuono tutta na semmana,
    sultanto ‘o lluneri stongo abbacchiato,
    ma ‘o sabbato cu ‘a ciento lire mmano
    io torno n’ata vota a gghi a ghiucà .
    Nun piglio niente, ‘o ssaccio… e che mme ‘mporta?
    io campo solamente cu ‘a speranza.
    Cu chi mm’aggia piglià si chesta è ‘a sciorta,
    chisto è ‘o destino mio… che nce aggia fà ?
    ‘A quanno aggio truvato stu sistema
    io songo milionario tutto ll’anno.
    ‘A ggente mme pò ddi: – Ma tu si scemo?
    Ma allora tu nun ghiuoche pe piglià ? –
    Si avesse già pigliato ‘e meliune
    a st’ora ‘e mo starrie già disperato.
    Invece io sto cu ‘a capa dinto ‘a luna,
    tengo sempe ‘a speranza d’ ‘e ppiglià.
  • Ho detto alla mia anima di aspettare
    (T. S. Eliot)
    Ho detto alla mia anima di stare ferma, e di stare ad aspettare senza sperare.
    Perché sperare sarebbe sperare la cosa sbagliata;
    Di stare ad aspettare senza amore.
    Perché l’amore sarebbe amore per la cosa sbagliata;
    Ma resta ancora la fede.
    Ma fede e amore e speranza sono tutte nell’attesa.
    Aspetta senza pensare, perché non sei pronto per pensare.
    E allora l’oscurità sarà luce, e l’immobilità danza.
  • Giorno di pioggia
    (Henry Wadsworth Longfellow)
    La giornata è fredda, e scura, e cupa
    Piove, e il vento non è mai stanco
    La vite si aggrappa ancora al muro in rovina,
    Ma ad ogni raffica le foglie morte cadono,
    E i giorni sono scuri e cupi.
    La mia vita è fredda e scura e cupa;
    Piove, e il vento non è mai stanco;
    I miei pensieri si aggrappano ancora al passato in rovina,
    Ma le speranze della gioventù cadono fitte nell’esplosione,
    E i giorni sono scuri e cupi.
    Fermati, cuore triste! E smettila di lamentarti;
    Dietro le nuvole il sole sta ancora splendendo
    Il tuo destino è il destino comune di tutti
    Nella vita di ognuno di noi deve cadere un po’ di pioggia.
    Alcuni giorni devono essere scuri e cupi.
  • Coraggio amici
    (Fëdor Ivanovič Tjutčev)
    Coraggio, amici, lottate con costanza,
    anche se impari è la pugna, e la lotta senza speranza!
    Su di voi tacciono le alte stelle,
    sotto di voi tacciono anche le tombe.
  • Ode alla speranza
    (Pablo Neruda)
    Crepuscolo marino,
    in mezzo
    alla mia vita,
    le onde come uve,
    la solitudine del cielo,
    mi colmi
    e mi trabocchi,
    tutto il mare,
    tutto il cielo,
    movimento
    e spazio,
    i battaglioni bianchi
    della schiuma,
    la terra color arancia,
    la cintura
    incendiata
    del sole in agonia,
    tanti
    doni e doni,
    uccelli
    che vanno verso i loro sogni,
    e il mare, il mare,
    aroma
    sospeso,
    coro di sale sonoro,
    e nel frattempo,
    noi,
    gli uomini,
    vicino all’acqua,
    che lottiamo
    e speriamo
    vicino al mare,
    speriamo.
  • L’alba
    (Rabindranath Tagore)
    Ogni Alba porta un nuovo giorno,
    lavando con la luce della speranza
    le macchie e la polvere dello spirito
    vuoto di ogni giorno passato.
    Vuoi celare te stesso!
    Il cuore non ubbidisce,
    diffonde luce dagli occhi.
    Nella vita non c’è speranza
    di evitare il dolore:
    che tu possa trovare nell’animo
    la forza per sopportarlo.
    Cieco, non sai che l’andare e il venire
    camminano sulla stessa strada?
    Se sbarri la strada all’andata
    perdi la speranza del ritorno…
  • Insegnami l’arte dei piccoli passi
    (Antoine de Saint-Exupéry)
    Non ti chiedo né miracoli né visioni
    ma solo la forza necessaria per questo giorno!
    Rendimi attento e inventivo per scegliere
    al momento giusto
    le conoscenze ed esperienze
    che mi toccano particolarmente.
    Rendi più consapevoli le mie scelte
    nell’uso del mio tempo.
    Donami di capire ciò che è essenziale
    e ciò che è soltanto secondario.
    Io ti chiedo la forza, l’autocontrollo e la misura:
    che non mi lasci, semplicemente,
    portare dalla vita
    ma organizzi con sapienza
    lo svolgimento della giornata.
    Aiutami a far fronte,
    il meglio possibile,
    all’immediato
    e a riconoscere l’ora presente
    come la più importante.
    Dammi di riconoscere
    con lucidità
    che le difficoltà e i fallimenti
    che accompagnano la vita
    sono occasione di crescita e maturazione.
    Fa’ di me un uomo capace di raggiungere
    coloro che hanno perso la speranza.
    E dammi non quello che io desidero
    ma solo ciò di cui ho davvero bisogno.
    Signore, insegnami l’arte dei piccoli passi.

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