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15 Poesie sui Sogni (belle e famose)

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Ultimo aggiornamento: 3 Dicembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Poesie sui Sogni

I sogni si dividono fondamentalmente in due categorie: quelli che facciamo a occhi aperti e quelli che facciamo di notte, a occhi chiusi. Se i primi sono l’equivalente di desideri concreti, i secondi ci portano in mondi inconsci e segreti.

In entrambi i casi, però, i nostri sogni rappresentano qualcosa di noi stessi che portiamo sempre dentro al nostro cuore.

Qui di seguito le più belle poesie sui sogni che ci porteranno non solo in atmosfere magiche e oniriche, ma che ci insegneranno anche qualcosa sulla vita. Eccole!

Poesie sui sogni

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  • Tenetevi stretti i sogni
    (Langston Hughes)
    Tenetevi stretti ai sogni
    perché se i sogni muoiono
    la vita è un uccello con le ali spezzate
    che non può volare.
    Tenetevi stretti ai sogni
    perché quando i sogni se ne vanno
    la vita è un campo arido
    gelato dalla neve.
  • Ho vissuto alla velocità dei sogni
    (Nazim Hikmet)
    Ho vissuto alla velocità dei sogni
    Tra sfavillanti scintille
    Ho piantato un albero di susine
    Ne hanno assaggiato i frutti
    Meno male che ho amato la tristezza
    Soprattutto la tristezza che c’è nell’occhio delle pietre
    Del mare dell’essere umano
    E ho amato la gioia improvvisa
    Meno male che ho amato la pioggia
    Meno male che sono stato in carcere
    Ho amato l’irraggiungibile
    In tutte le mie nostalgie
    Meno male che ho amato il ritorno.
  • Carpe Diem
    (Walt Whitman)
    Goditi la giornata,
    non lasciarla finire senza crescere un po’.
    Senza essere stato felice, senza aver nutrito i tuoi sogni.
    Non essere sopraffatto dallo scoraggiamento.
    Non permettere a nessuno di negarti il diritto di esprimerti, il che è quasi un dovere.
    Non abbandonare il tuo entusiasmo per rendere la tua vita straordinaria.
    Non mancare di credere che le parole e la poesia possano cambiare il mondo.
    Perché qualunque cosa accada, la nostra essenza rimarrà intatta.
    Siamo esseri umani pieni di passioni.
    La vita è deserto e oasi.
    Ci abbatte, ci fa male, ci insegna, ci rende protagonisti della nostra storia.
    Anche se il vento soffia contro, il potente lavoro continuo. è possibile cambiare una stanza.
    Non smettere mai di sognare, perché solo nei sogni l’uomo può essere libero.
    Non cadere per il peggiore degli errori: il silenzio.
    La maggior parte delle persone vive in un silenzio terribile. Non rassegnarti e non fuggire.
    Valorizza la bellezza delle cose semplici, se riesci a fare belle poesie, su piccole cose.
    Non attirare le tue convinzioni.
    Tutti abbiamo bisogno di essere accettati, ma non possiamo remare contro noi stessi.
    Trasforma la tua vita in un inferno.
    Goditi il panico che ti fa avere una vita.
    Prova a viverlo intensamente senza mediocrità.
    Pensa a te stesso come futuro e affronta il compito con orgoglio e senza paura.
    Impara dalle esperienze di coloro che hanno vissuto prima di te e possono insegnarti.
    Non permettere che la vita passi senza aver vissuto!
  • La Tabaccheria
    (Fernando Pessoa)
    Non sono niente.
    Non sarò mai niente.
    Non posso voler essere niente.
    A parte questo, ho dentro me tutti i sogni del mondo.
    Finestre della mia stanza,
    della stanza di uno dei milioni al mondo che nessuno sa chi è
    (e se sapessero chi è, cosa saprebbero?),
    vi affacciate sul mistero di una via costantemente attraversata da gente,
    su una via inaccessibile a tutti i pensieri,
    reale, impossibilmente reale, certa, sconosciutamente certa,
    con il mistero delle cose sotto le pietre e gli esseri,
    con la morte che porta umidità nelle pareti e capelli bianchi negli uomini,
    con il Destino che guida la carretta di tutto sulla via del nulla.
    Oggi sono sconfitto, come se conoscessi la verità.
    Oggi sono lucido, come se stessi per morire,
    e non avessi altra fratellanza con le cose
    che un commiato, e questa casa e questo lato della via diventassero
    la fila di vagoni di un treno, e una partenza fischiata
    da dentro la mia testa,
    e una scossa dei miei nervi e uno scricchiolio di ossa nell’avvio.
    Oggi sono perplesso come chi ha pensato, trovato e dimenticato.
    Oggi sono diviso tra la lealtà che devo
    alla Tabaccheria dall’altra parte della strada, come cosa reale dal di fuori,
    e alla sensazione che tutto è sogno, come cosa reale dal di dentro.
  • Un Sogno
    (Edgar Allan Poe)
    In visioni di notturna tenebra
    spesso ho sognato svanite gioie –
    mentre un sogno, da sveglio, di vita e di luce
    m’ha lasciato col cuore implacato.
    Ah, che cosa non è sogno in chiaro giorno
    per colui il cui sguardo si posa
    su quanto a lui è d’intorno con un raggio
    che, a ritroso, si volge al tempo che non è più?
    Quel sogno beato – quel sogno beato,
    mentre il mondo intero m’era avverso,
    m’ha rallegrato come un raggio cortese
    che sa guidare un animo scontroso.
    E benché quella luce in tempestose notti
    così tremolasse di lontano –
    che mai può aversi di più splendente e puro
    nella diurna stella del Vero?
  • Un sogno onesto
    (Guillaume Apollinaire)
    Questo io sogno avere in casa mia:
    una donna con un cervello,
    un gatto che mi scivoli tra i libri,
    amici sempre, in tutte le stagioni,
    ché senza amici io non posso vivere.
  • Vi auguro sogni a non finire
    (Jacques Brel)
    Vi auguro sogni a non finire e la voglia furiosa di realizzarne alcuni.
    Vi auguro di amare ciò che si deve amare e di dimenticare ciò che si deve dimenticare.
    Vi auguro passioni, vi auguro silenzi.
    vi auguro il canto degli uccelli al risveglio e le risate dei bambini.
    Vi auguro di rispettare le differenze degli altri, perché il merito e il valore di ognuno spesso è nascosto.
    Vi auguro di resistere alla stagnazione, all’indifferenza, alle virtù negative della nostra epoca.
    Vi auguro, infine, di non rinunciare mai alla ricerca, all’avventura, alla vita, all’amore, perché la vita è una magnifica avventura e nessuno dovrebbe rinunciarvi, senza combattere una dura battaglia.
    Vi auguro soprattutto di essere voi stessi, fieri di esserlo e felici, perché la felicità è il nostro vero destino.
  • Da “Ali sull’oceano”
    (Peter O’Connor)
    Non perdere mai la speranza nell’inseguire i tuoi sogni,
    perché c’è un’unica creatura che può fermarti,
    e quella creatura sei tu.
    Non smettere mai di credere in te stessa e nei tuoi sogni.
    Non smettere mai di cercare,
    tu realizzerai sempre ogni cosa ti metterai in testa.
  • Non rifiutare i sogni in quanto sogni
    (Pedro Salinas)
    Non rifiutare i sogni in quanto sogni.
    Tutti i sogni possono
    esser realtà, se il sogno non finisce.
    La realtà è un sogno. Se sogniamo
    che la pietra è la pietra, quello è la pietra.
    A correre nei fiumi non è un’acqua,
    ma è un sognare, l’acqua, cristallino.
    Maschera i propri sogni
    la realtà e dice:
    «Io sono il sole, i cieli, l’amore».
    Mai però se ne va, mai si allontana,
    se fingiamo che sia più d’un sogno.
    E viviamo sognandola. Sognare
    è quel modo che l’anima
    ha per non farsi mai sfuggire
    quel che le sfuggirebbe se smettessimo
    di sognare che è vero quello che non esiste.
    Solo muore
    un amore se non è più sognato
    fatto materia e che si cerca in terra.
  • La notte è silenziosa
    (Kahlil Gibran)
    La notte è silenziosa
    e nell’abito del suo silenzio
    si nascondono i sogni.
    La luna è spuntata
    e per la luna occhi
    che controllano i giorni.
    O figlia dei campi,
    vieni per visitare
    la vigna degli innamorati.
    Può darsi che spegneremo
    con quel nettare
    la scottatura degli amori.
    Ascolta l’usignolo
    dei prati fioriti,
    che diffonde la sua musica
    in uno spazio immenso, nel quale
    le colline hanno soffiato
    gli odori dei loro fiori!
    O mia giovane, non temere
    poiché le alte stelle
    serbano i misteri,
    e la nebbia della notte
    in quella vigna ferace vela i suoi segreti.
    Non temere la strega, essa dorme ubriaca
    nella sua taverna magica
    e il Re dei Ginn,
    se passerà andrà via
    poiché l’amore lo incanta.
    Egli è innamorato come me,
    come potrà svelare
    i segreti del suo cuore?
  • Chi sogna di più?
    (Fernando Pessoa)
    Chi sogna di più, mi dirai
    colui che vede il mondo convenuto
    o chi si perse in sogni?
    Che cosa è vero? Cosa sarà di più
    la bugia che c’è nella realtà
    o la bugia che si trova nei sogni?
    Chi è più distante dalla verità
    chi vede la verità in ombra
    o chi vede il sogno illuminato?
    La persona che è un buon commensale, o questa?
    Quella che si sente un estraneo nella festa?
  • Sogno
    (Giovanni Pascoli)
    Per un attimo fui nel mio villaggio,
    nella mia casa. Nulla era mutato.
    Stanco tornavo come da un viaggio;
    stanco, al mio padre, ai morti, ero tornato.
    Sentivo una gran gioia e una gran pena,
    una dolcezza ed un’angoscia muta.
    “Mamma?”. “È là che ti scalda un po’ di cena”.
    Povera mamma! e lei, non l’ho veduta.
  • Sonetto 43
    (William Shakespeare)
    Quanto più chiudo gli occhi, allora meglio vedono,
    perché per tutto il giorno guardano cose indegne di nota;
    ma quando dormo, essi nei sogni vedono te,
    e, oscuramente luminosi, sono luminosamente diretti nell’oscuro.
    Allora tu, la cui ombra le ombre illumina,
    quale spettacolo felice formerebbe la forma della tua ombra
    al chiaro giorno con la tua assai più chiara luce,
    quando ad occhi senza vista la tua ombra così splende!
    Quanto, dico, benedetti sarebbero i miei occhi,
    guardando a te nel giorno vivente,
    quando nella morta notte la tua bella ombra imperfetta,
    attraverso il greve sonno, su ciechi occhi posa!
    Tutti i giorni sono notti a vedersi, finché non vedo te,
    e le notti giorni luminosi, quando i sogni si mostrano a me.
  • I delfini
    (Silvina Ocampo)
    I delfini non giocano tra le onde
    come la gente pensa.
    I delfini si addormentano andando a fondo.
    Cosa cercano? Non lo so.
    Quando toccano il fondo
    si svegliano all’improvviso
    e risalgono perché il mare è molto profondo
    e quando salgono cosa cercano? Non lo so.
    E vedono il cielo e gli ritorna il sonno
    e di nuovo scendono addormentati,
    e ancora toccano il fondo del mare
    e si svegliano e riprendono a salire.
    Così sono i nostri sogni.
  • Turbato da un sogno
    (David Herbert Lawrence)
    E la luna quella
    alla finestra, tanto grande e rossa?
    Nella stanza nessuno?
    Nessuno vicino al letto?
    Ascolta; palpitano
    i suoi passi giù per le scale
    …o ai vetri è un battito d’ali?
    Lei un momento fa
    sulla bocca mi baciava calda:
    calda come la luna nel sud
    quando splende rossa,
    la luna che da abissi lontani
    segnò quei due baci.
    E la luna ora va
    rannuvolandosi, ha frainteso!
    Così giù nel mio sangue lenti
    affondano i miei baci, presto
    restando sommersi.
    Non ci siamo capiti.
  • I sogni di un bambino
    (Antonio Machado)
    C’era un bambino che sognava,
    un cavallo di cartone.
    Aprì gli occhi il bimbo
    e più non vide il cavallino,
    un cavallino bianco.
    Il bimbo tornò a sognare;
    per il crine l’afferrava…
    Ora non mi sfuggirai!
    Appena l’ebbe afferrato,
    il bimbo si svegliò.
    Aveva chiuso il pugno.
    Il cavallino volò!
    Serio serio restò il bimbo
    pensando che non è vero
    un cavallino sognato.
  • Il sogno
    (John Donne)
    Per nessun altro, amore, avrei spezzato
    questo beato sogno.
    Buon tema per la ragione,
    troppo forte per la fantasia.
    Sei stata saggia a svegliarmi. E tuttavia
    tu non spezzi il mio sogno, lo prolunghi.
    Tu così vera che pensarti basta
    per fare veri i sogni e storia le favole.
    Entra tra queste braccia. Se ti sembrò
    più giusto per me non sognare tutto il sogno,
    ora viviamo il resto.
  • Un sogno dentro un sogno
    (Edgar Allan Poe)
    Questo mio bacio accogli sulla fronte!
    E, da te ora separandomi,
    lascia che io ti dica
    che non sbagli se pensi
    che furono un sogno i miei giorni;
    e, tuttavia, se la speranza volò via
    in una notte o in un giorno,
    in una visione o in nient’altro,
    è forse per questo meno svanita?
    Tutto quello che vediamo, quel che sembriamo
    non è che un sogno dentro un sogno.
    Sto nel fragore
    di un lido tormentato dalla risacca,
    stringo in una mano
    granelli di sabbia dorata.
    Soltanto pochi! E pur come scivolano via,
    per le mie dita, e ricadono sul mare!
    E io piango – io piango!
    O Dio! Non potrò trattenerli con una stretta più salda?
    O Dio! Mai potrò salvarne
    almeno uno, dall’onda spietata?
    Tutto quel che vediamo, quel che sembriamo
    non è che un sogno dentro un sogno?
  • Sogno
    (Rainer Maria Rilke)
    lo penso: e vedo (o sogno)
    un piccolo villaggio, una gran pace:
    dentro, un cantar di galli.
    E il piccolo villaggio si smarrisce
    in un fiaccar di neve.
    Entro il villaggio in abito da festa
    una casetta bianca.
    Furtiva accenna una testina bionda
    tra le cortine mosse.
    Schiudo la porta; e i cardini, stridendo,
    chIedono fiochi aiuto.
    Poi, nella stanza, un timido e sommesso
    profumo di lavanda.
  • Il sogno
    (Robert Louis Stevenson)
    A me succede che per tutto il giorno
    in casa resto con la famiglia intorno;
    ma ogni notte lontano posso andare,
    nel paese dei sogni per sognare.
    Esploro quella terra sconosciuta
    dove nessuno mi vede o m’aiuta.
    Il sogno mi porta in riva ai torrenti
    o tra le montagne percosse dai venti.
    Ho tante cose strane da guardare
    e tante cose buone da mangiare.
    E quante volte mi sono spaventato!
    Ma poi mi sono sempre risvegliato.
    Di giorno invece è proprio impossibile
    trovare quel paese invisibile.
    E nessuno mi fa riascoltare
    la musica che mi ha fatto sognare.
  • Dì, ti ricordi dei sogni?
    (Pedro Salinas)
    Di’, ti ricordi dei sogni?
    quand’erano proprio lì,
    davanti?
    Che distanza, in apparenza,
    dagli occhi!
    Sembravano alte nuvole,
    fantasmi senza un appiglio,
    orizzonti irraggiungibili.
    Ora guardali, con me,
    eccoli dietro di noi.
    Se erano nuvole,
    siamo su nuvole più alte.
    E se orizzonti, lontani,
    ora per vederli,
    bisogna voltar
    la testa perché li abbiamo passati.
    Se erano fantasmi,
    senti
    sulle palme delle mani,
    sulle labbra,
    quell’orma ancora calda
    dell’abbraccio
    in cui smisero di esserlo.
    Ci troviamo all’altro lato
    di quei sogni che sogniamo,
    da quel lato che si chiama
    la vita che si è compiuta.
    E ora,
    da tanto aver realizzato
    il nostro sognare,
    il nostro sogno è in due corpi.
    E non bisogna guardarli,
    senza che uno veda l’altro,
    da lontano, dalle nuvole,
    per ritrovarne altri nuovi
    che ci spingano alla vita.
    Guardandoci faccia a faccia,
    vedendoci nel già fatto
    sboccia
    da quelle gioie compiute
    ieri, la gioia futura
    che ci chiama. E un’altra volta
    la vita si sente un sogno
    tremante, ed appena nato.

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