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10 Poesie di Pablo Neruda brevi e indimenticabili

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Ultimo aggiornamento: 16 Novembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Poesie di Pablo Neruda

Vissuto nel XX° secolo, Pablo Neruda è ancora oggi uno dei poeti più popolari e amati tra i giovani probabilmente grazie ai suoi tanti scritto d’amore e al suo profondo e passionale impegno politico.

Un uomo che non ha avuto paura di nascondere i propri sentimenti e le proprie ideologie, anche a costo di pagarne un prezzo molto alto. La sua morte avvenne infatti in circostanze misteriose, proprio pochi giorni dopo il colpo di stato del dittatore cileno Pinochet.

Qui di seguito la nostra selezione delle più belle poesie di Pablo Neruda sull’amore, sulla morte, sul mare e tanto altro. Eccole!

Poesie di Pablo Neruda

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  • Mi piaci quando taci
    Mi piaci quando taci perché sei come assente,
    e mi ascolti da lungi e la mia voce non ti tocca.
    Sembra che gli occhi ti sian volati via
    e che un bacio ti abbia chiuso la bocca.
    Poiché tutte le cose son piene della mia anima
    emergi dalle cose, piene dell’anima mia.
    Farfalla di sogno, rassomigli alla mia anima,
    e rassomigli alla parola malinconia.
    Mi piaci quando taci e sei come distante.
    E stai come lamentandoti, farfalla turbante.
    E mi ascolti da lungi, e la mia voce non ti raggiunge:
    lascia che io taccia col tuo silenzio.
    Lascia che ti parli pure col tuo silenzio
    chiaro come una lampada, semplice come un anello.
    Sei come la notte, silenziosa e costellata.
    Il tuo silenzio è di stella, così lontano e semplice.
    Mi piaci quando taci perché sei come assente.
    Distante e dolorosa come se fossi morta.
    Allora una parola, un sorriso bastano.
    E son felice, felice che non sia così.
  • Posso scrivere i versi
    Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
    Scrivere, per esempio: “La notte è stellata,
    e tremano, azzurri, gli astri in lontananza”.
    E il vento della notte gira nel cielo e canta.
    Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
    Io l’ho amata e a volte anche lei mi amava.
    In notti come questa l’ho tenuta tra le braccia.
    L’ho baciata tante volte sotto il cielo infinito.
    Lei mi ha amato e a volte anch’io l’amavo.
    Come non amare i suoi grandi occhi fissi.
    Posso scrivere i versi più tristi stanotte.
    Pensare che non l’ho più.
    Sentire che l’ho persa.
    Sentire la notte immensa,
    ancor più immensa senza di lei.
  • E da allora sono perché tu sei
    E da allora sono perché tu sei,
    e da allora sei, sono e siamo,
    e per amore sarò, sarai, saremo.
  • Il tuo sorriso
    Toglimi il pane, se vuoi,
    toglimi l’aria, ma
    non togliermi il tuo sorriso.
    Non togliermi la rosa,
    la lancia che sgrani,
    l’acqua che d’improvviso
    scoppia nella tua gioia,
    la repentina onda
    d’argento che ti nasce.
    Dura è la mia lotta e torno
    con gli occhi stanchi,
    a volte, d’aver visto
    la terra che non cambia,
    ma entrando il tuo sorriso
    sale al cielo cercandomi
    ed apre per me tutte
    le porte della vita.
    Amor mio, nell’ora
    più oscura sgrana
    il tuo sorriso, e se d’improvviso
    vedi che il mio sangue macchia
    le pietre della strada,
    ridi, perché il tuo riso
    sarà per le mie mani
    come una spada fresca.
    Vicino al mare, d’autunno,
    il tuo riso deve innalzare
    la sua cascata di spuma,
    e in primavera, amore,
    voglio il tuo riso come
    il fiore che attendevo,
    il fiore azzurro, la rosa
    della mia patria sonora.
    Riditela della notte,
    del giorno, della luna,
    riditela delle strade
    contorte dell’isola,
    riditela di questo rozzo
    ragazzo che ti ama,
    ma quando apro gli occhi
    e quando li richiudo,
    quando i miei passi vanno,
    quando tornano i miei passi,
    negami il pane, l’aria,
    la luce, la primavera,
    ma il tuo sorriso mai,
    perché io ne morrei.
  • Non t’amo se non perché t’amo
    Non t’amo se non perché t’amo
    e dall’amarti a non amarti giungo
    e dall’attenderti quando non t’attendo
    passa dal freddo al fuoco il mio cuore.
    Ti amo solo perché io ti amo,
    senza fine t’odio, e odiandoti ti prego,
    e la misura del mio amor viandante
    è non vederti e amarti come un cieco.
    Forse consumerà la luce di Gennaio,
    il raggio crudo, il mio cuore intero,
    rubandomi la chiave della calma.
    In questa storia solo io muoio
    e morirò d’amore perché t’amo,
    perché t’amo, amore, a ferro e fuoco.
  • T’amo senza sapere come
    T’amo senza sapere come, né quando né da dove,
    t’amo direttamente senza problemi né orgoglio:
    così ti amo perché non so amare altrimenti
    che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
    così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
    così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.
  • È bello, amore, sentirti vicino a me
    È bello, amore, sentirti vicino a me nella notte,
    invisibile nel tuo sogno, seriamente notturna,
    mentr’io districo le mie preoccupazioni
    come fossero reti confuse.
    Assente il tuo cuore naviga pei sogni,
    ma il tuo corpo così abbandonato respira
    cercandomi senza vedermi, completando il mio sonno
    come una pianta che si duplica nell’ombra.
    Eretta, sarai un’altra che vivrà domani,
    ma delle frontiere perdute nella notte,
    di quest’essere e non essere in cui ci troviamo
    qualcosa resta che ci avvicina nella luce della vita
    come se il sigillo dell’ombra indicasse
    col fuoco le sue segrete creature.
  • Non star lontana da me
    Non star lontana da me un solo giorno, perché,
    perché, non so dirlo, è lungo il giorno,
    e ti starò attendendo come nelle stazioni
    quando in qualche parte si addormentano i treni.
    Non andartene per un’ora perché allora
    in quell’ora s’uniscono le gocce dell’insonnia
    e forse tutto il fumo che va cercando casa
    verrà ancora a uccidere il mio cuore perduto.
    Ahi non s’infanga la tua figura nell’arena,
    ahi, non volino le tue palpebre nell’assenza:
    non andartene per un minuto, adorata,
    perché in quel minuto sarai andata sì lungi
    che attraverserò tutta la terra interrogando
    se tornerai o se mi lascerai morire.
  • Amore mio, se muoio e tu non muori
    Amore mio, se muoio e tu non muori,
    amore mio, se muori e io non muoio,
    non concediamo ulteriore spazio al dolore:
    non c’è immensità che valga quanto abbiamo vissuto.
    Polvere nel frumento, sabbia tra le sabbie,
    il tempo, l’acqua errante, il vento vago,
    ci ha trasportato come grano navigante.
    Avremmo potuto non incontrarci nel tempo.
    Questa prateria in cui ci siamo trovati,
    oh piccolo infinito! La rendiamo.
    Ma questo amore, amore, non è finito,
    e così come non ebbe nascita,
    non ha morte, è come un lungo fiume,
    cambia solo di terra e labbra.
  • Qui ti amo
    Qui ti amo.
    Negli oscuri pini si districa il vento.
    Brilla la luna sulle acque erranti.
    Trascorrono giorni uguali che s’inseguono.
    La nebbia si scioglie in figure danzanti.
    Un gabbiano d’argento si stacca dal tramonto.
    A volte una vela. Alte, alte, stelle.
    O la croce nera di una nave.
    Solo.
    A volte albeggio, ed è umida persino la mia anima.
    Suona, risuona il mare lontano.
    Questo è un porto.
    Qui ti amo.
    Qui ti amo e invano l’orizzonte ti nasconde.
    Ti sto amando anche tra queste fredde cose.
    A volte i miei baci vanno su quelle navi gravi,
    che corrono per il mare verso dove non giungono.
    Mi vedo già dimenticato come queste vecchie àncore.
    I moli sono più tristi quando attracca la sera.
    La mia vita s’affatica invano affamata.
    Amo ciò che non ho. Tu sei così distante.
    La mia noia combatte con
    i lenti crepuscoli.
    Ma la notte giunge e incomincia a cantarmi.
    La luna fa girare la sua pellicola di sogno.
    Le stelle più grandi mi guardano con i tuoi occhi.
    E poiché io ti amo, i pini nel vento
    vogliono cantare il tuo nome con le loro foglie di filo metallico.

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