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Poesie di Gianni Rodari: le 10 più belle e originali

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Ultimo aggiornamento: 11 Novembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Poesie di Gianni Rodari

Gianni Rodari è stato uno dei più grandi scrittori e poeti italiani per bambini del XX° secolo, ma non solo.

I suoi testi e i suoi pensieri, espressi sempre in modo semplice e aperto a tutti, contribuiscono ancora oggi a crescere e formare molte generazioni.

Qui di seguito la nostra selezione delle più belle poesie di Gianni Rodari sulla vita, sulla scuola, sull’amicizia, sulla pace e tanto altro. Eccole!

Poesie di Gianni Rodari

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  • Il cielo è di tutti
    Qualcuno che la sa lunga
    mi spieghi questo mistero:
    il cielo è di tutti gli occhi
    di ogni occhio è il cielo intero.
    È mio, quando lo guardo.
    È del vecchio, del bambino,
    del re, dell’ortolano,
    del poeta, dello spazzino.
    Non c’è povero tanto povero
    che non ne sia il padrone.
    Il coniglio spaurito
    ne ha quanto il leone.
    Il cielo è di tutti gli occhi,
    ed ogni occhio, se vuole,
    si prende la luna intera,
    le stelle comete, il sole.
    Ogni occhio si prende ogni cosa
    e non manca mai niente:
    chi guarda il cielo per ultimo
    non lo trova meno splendente.
    Spiegatemi voi dunque,
    in prosa od in versetti,
    perché il cielo è uno solo
    e la terra è tutta a pezzetti.
  • Alla formica
    Chiedo scusa alla favola antica,
    se non mi piace l’avara formica.
    Io sto dalla parte della cicala
    che il più bel canto non vende, regala.
  • Frasi formica cicala Rodari
  • La sala d’aspetto
    Chi non ha casa e non ha letto
    si rifugia in sala d’aspetto.
    Di una panca si contenta,
    tra due fagotti s’addormenta.
    Il controllore pensa: “Chissà
    quel viaggiatore dove anderà?”
    Ma lui viaggia solo di giorno,
    sempre a piedi se ne va attorno:
    cammina, cammina, eh, sono guai,
    la sua stazione non la trova mai!
    Non trova lavoro, non ha tetto,
    di sera torna in sala d’aspetto:
    e aspetta, aspetta, ma sono guai,
    il suo treno non parte mai.
    Se un fischio echeggia di prima mattina,
    lui sogna d’essere all’officina.
    Controllore non lo svegliare:
    un poco ancora lascialo sognare.
  • Promemoria
    Ci sono cose da fare ogni giorno:
    lavarsi, studiare, giocare,
    preparare la tavola
    a mezzogiorno.
    Ci sono cose da fare di notte:
    chiudere gli occhi, dormire,
    avere sogni da sognare,
    orecchie per non sentire.
    Ci sono cose da non fare mai,
    né di giorno, né di notte,
    né per mare, né per terra:
    per esempio, la guerra.
  • I colori dei mestieri
    Io so i colori dei mestieri,
    sono bianchi i panettieri,
    si alzano prima degli uccelli
    e hanno la farina nei capelli.
    Sono neri gli spazzacamini,
    di sette colori sono gli imbianchini,
    gli operai dell’officina
    hanno una tuta bella azzurrina,
    hanno le mani sporche di grasso,
    i fannulloni vanno a spasso,
    non si sporcano nemmeno un dito,
    ma il loro mestiere non è pulito.
  • Il giornale dei gatti
    I gatti hanno un giornale
    con tutte le novità
    e sull’ultima pagina
    la “Piccola Pubblicità”.
    “Cercasi casa comoda
    con poltrone fuori moda:
    non si accettano bambini
    perchè tirano la coda”.
    “Cerco vecchia signora
    a scopo compagnia.
    Precisare referenze
    e conto in macelleria”.
    “Premiato cacciatore
    cerca impiego in granaio.”
    “Vegetariano, scapolo,
    cerca ricco lattaio”.
    I gatti senza casa
    la domenica dopo pranzo
    leggono questi avvisi
    più belli di un romanzo:
    per un’oretta o due
    sognano ad occhi aperti,
    poi vanno a prepararsi
    per i loro concerti.
  • Teste fiorite
    Se invece dei capelli sulla testa
    ci spuntassero i fiori, sai che festa?
    Si potrebbe capire a prima vista
    chi ha il cuore buono, chi la menta trista.
    Il tale ha in fronte un bel ciuffo di rose:
    non può certo pensare a brutte cose.
    Quest’altro, poveraccio, è d’umor nero:
    gli crescono le viole del pensiero.
    E quello con le ortiche spettinate?
    Deve avere le idee disordinate,
    e invano ogni mattina
    spreca un vasetto o due di brillantina.
  • Speranza
    Se io avessi una botteguccia
    fatta di una sola stanza
    vorrei mettermi a vendere
    sai cosa? La speranza.
    “Speranza a buon mercato!”
    Per un soldo ne darei
    ad un solo cliente
    quanto basta per sei.
    E alla povera gente
    che non ha da campare
    darei tutta la mia speranza
    senza fargliela pagare.
  • Il treno degli emigranti
    Non è grossa, non è pesante
    la valigia dell’emigrante…
    C’è un po’ di terra del mio villaggio,
    per non restar solo in viaggio…
    un vestito, un pane, un frutto
    e questo è tutto.
    Ma il cuore no, non l’ha portato:
    nella valigia non c’è entrato.
    Troppa pena aveva a partire,
    oltre il mare non vuole venire.
    Lui resta, fedele come un cane.
    nella terra che non mi dà pane:
    un piccolo campo, proprio lassù…
    Ma il treno corre: non si vede più.
  • Il giorno più bello della storia
    S’io fossi un fornaio
    Vorrei cuocere un pane
    Così grande da sfamare
    Tutta, tutta la gente
    Che non ha da mangiare
    Un pane più grande del sole
    Dorato profumato
    Come le viole
    Un pane così
    Verrebbero a mangiarlo
    Dall’India e dal Chilì
    I poveri, i bambini
    i vecchietti e gli uccellini
    Sarà una data da studiare a memoria:
    un giorno senza fame!
    Il più bel giorno di tutta la storia.

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