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Le 45 più belle Frasi di Umberto Eco (con immagini)

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Ultimo aggiornamento: 19 Dicembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Frasi di Umberto Eco

Umberto Eco è stato uno dei più grandi intellettuali italiani del XX secolo, diventato famoso in tutto il mondo con il romanzo “Il nome della rosa” e per i tanti saggi di filosofia, semiotica e cultura popolare.

Con le sue celebri “40 regole di scrittura”, Eco è anche considerato un punto di riferimento imprescindibile per molti scrittori e aspiranti tali.

Ecco quindi la nostra selezione delle più belle frasi di Umberto Eco che ci saranno di ispirazione alla riflessione e alla conoscenza. Scoprile subito!

Aforismi, citazioni e frasi di Umberto Eco

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  • I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.
  • La decadenza dei costumi non sta in ciò che fanno Lady D e l’amante, ma nel fatto che i lettori paghino per farselo raccontare.
  • Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria.
  • Ci vuole sempre qualcuno da odiare per sentirsi giustificati nella propria miseria.
  • L’italiano è infido, bugiardo, vile, traditore, si trova più a suo agio col pugnale che con la spada, meglio col veleno che col farmaco, viscido nella trattativa, coerente solo nel cambiar bandiera a ogni vento.
  • Credo che si diventi quel che nostro padre ci ha insegnato nei tempi morti, mentre non si preoccupava di educarci. Ci si forma su scarti di saggezza.
  • Io non vi dico di prepararvi all’altra vita, ma di usare bene quest’unica vita che vi è data, per affrontare, quando verrà, l’unica morte di cui avrete mai esperienza. È necessario meditare prima, e molte volte, sull’arte del morire, per riuscire dopo a farlo bene una sola volta.
  • Lo stupido può anche dire una cosa giusta, ma per ragioni sbagliate.
  • I libri si rispettano usandoli, non lasciandoli stare.
  • Questo è il bello dell’anarchia di Internet. Chiunque ha diritto di manifestare la propria irrilevanza.
  • Questo è il bello dell'anarchia di Internet. Chiunque ha diritto di manifestare la propria irrilevanza.
  • Democrazia è anche accettare una dose sopportabile di ingiustizia per evitare ingiustizie maggiori.
  • Chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita: la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la lettura è una immortalità all’indietro.
    (Atribuita)
  • Si possono dire le cose sbagliate, basta che le ragioni siano giuste.
  • Guai a fare finta, ti credono tutti.
  • La questione è che i giornali non sono fatti per diffondere ma per coprire le notizie. Accade il fatto X, non puoi non parlarne ma imbarazza troppa gente, e allora in quello stesso numero metti titoloni da far rizzare i capelli, madre sgozza i quattro figli, forse i nostri risparmi finiranno in cenere, scoperta una lettera d’insulti di Garibaldi a Nino Bixio e via, la tua notizia annega nel gran mare dell’informazione.
  • L’assenza è all’amore come il vento al fuoco: spegne il piccolo, fa avvampare il grande.
  • Si può essere colti sia avendo letto dieci libri che dieci volte lo stesso libro. Dovrebbero preoccuparsi solo coloro che di libri non ne leggono mai. Ma proprio per questa ragione essi sono gli unici che non avranno mai preoccupazioni di questo genere.
  • Il calcio è un rituale in cui i diseredati bruciano l’energia combattiva e la voglia di rivolta.
  • Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
  • Nulla infonde più coraggio al pauroso della paura altrui.
  • L’eroe vero è sempre eroe per sbaglio, il suo sogno sarebbe di essere un onesto vigliacco come tutti.
  • Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi, è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti.
  • La saggezza non sta nel distruggere gli idoli, sta nel non crearne mai.
  • Per me l’uomo colto è colui che sa dove andare a cercare l’informazione nell’unico momento della sua vita in cui gli serve.
  • Poiché nessuno pensa che le sue sventure possano essere attribuite a una sua pochezza, ecco che dovrà individuare un colpevole.
  • I perdenti, come gli autodidatti, hanno sempre conoscenze più vaste dei vincenti, se vuoi vincere devi sapere una cosa sola e non perdere tempo a saperle tutte, il piacere dell’erudizione è riservato ai perdenti. Più cose uno sa, più le cose non gli sono andate per il verso giusto.
  • Quando i veri nemici sono troppo forti, bisogna pur scegliere dei nemici più deboli. Riflettei che per questo i semplici son detti tali. Solo i potenti sanno sempre con grande chiarezza chi siano i loro nemici veri.
  • Ecco la vera tecnica della macchina del fango: riportare qualcosa di assolutamente vero ma in modo da sottintendere qualcosa di falso, e chi la vuol capire la capisca.
  • Senza l’Italia, Torino sarebbe più o meno la stessa cosa. Ma senza Torino, l’Italia sarebbe molto diversa.
  • Senza l'Italia, Torino sarebbe più o meno la stessa cosa. Ma senza Torino, l'Italia sarebbe molto diversa.
  • Gli uomini non fanno mai il male così completamente ed entusiasticamente come quando lo fanno per convinzione religiosa.
  • Se leggo la Bibbia, la più antica professione del mondo è quella del lessicografo, perché subito Adamo diede nome alle cose.
  • Anche una guerra santa è una guerra. Per questo forse non dovrebbero esserci guerre sante.
  • Per non apparire sciocco dopo, rinuncio ad apparire astuto ora.
  • I semplici pagano sempre per tutti, anche per coloro che parlano in loro favore.
  • Tutti i poeti scrivono pessime poesie. I cattivi poeti le pubblicano, i buoni poeti le bruciano.
  • Non sono le notizie che fanno il giornale, ma il giornale che fa le notizie.
  • Si nasce sempre sotto il segno sbagliato e stare al mondo in modo dignitoso vuol dire correggere giorno per giorno il proprio oroscopo.
  • La bellezza del cosmo è data non solo dalla unità nella varietà, ma anche dalla varietà nell’unità.
  • Tutti aspiriamo al meglio ma abbiamo imparato che talora il meglio è nemico del bene, e dunque negoziando si deve scegliere il meno peggio.
  • L’ammirazione per la cultura tuttavia sopraggiunge quando, in base alla cultura, si viene a guadagnar denaro. Allora si scopre che la cultura serve a qualcosa. L’uomo mediocre rifiuta di imparare ma si propone di far studiare il figlio.
  • Certe cose le senti venire, non è che ti innamori perché ti innamori, ti innamori perché in quel periodo avevi un disperato bisogno di innamorarti. Nei periodi in cui senti la voglia di innamorarti devi stare attento a dove metti piede: come aver bevuto un filtro, di quelli che ti innamorerai del primo essere che incontri.
  • Una volta un tale che doveva fare una ricerca andava in biblioteca, trovava dieci titoli sull’argomento e li leggeva; oggi schiaccia un bottone del suo computer, riceve una bibliografia di diecimila titoli, e rinuncia.
  • La prima qualità di un onest’uomo è il disprezzo della religione, che ci vuole timorosi della cosa più naturale del mondo, che è la morte, odiatori dell’unica cosa bella che il destino ci ha dato, che è la vita, e aspiranti a un cielo dove di eterna beatitudine vivono solo i pianeti, che non godono né di premi né di condanne, ma del loro moto eterno, nelle braccia del vuoto. Siate forte come i saggi dell’antica Grecia e guardate alla morte con occhio fermo e senza paura.
  • Il bello di un procedimento scientifico è che esso non fa mai perdere tempo agli altri: anche lavorare sulla scia di una ipotesi scientifica per scoprire poi che bisogna confutarla significa avere fatto qualcosa di utile sotto l’impulso di una proposta precedente.
  • Qualcuno ha detto che il patriottismo è l’ultimo rifugio delle canaglie: chi non ha principi morali si avvolge di solito in una bandiera, e i bastardi si richiamano sempre alla purezza della loro razza. L’identità nazionale è l’ultima risorsa dei diseredati.
  • I mass media prima ci hanno convinto che l’immaginario fosse reale, e ora ci stanno convincendo che il reale sia immaginario, e tanta più realtà gli schermi televisivi ci mostrano, tanto più cinematografico diventa il mondo di tutti i giorni. Sino a che, come volevano alcuni filosofi, penseremo di essere soli al mondo, e che tutto il resto sia il film che Dio o un genio maligno ci proietta davanti agli occhi.
  • C’era un tale, forse Rubinstein, che quando gli avevano chiesto se credeva in Dio aveva risposto: -Oh no, io credo… in qualcosa di molto più grande…- Ma c’era un altro (forse Chesterton?) che aveva detto: da quando gli uomini non credono più in Dio, non è che non credano più a nulla, credono a tutto.

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