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50 Frasi di Totò (belle, divertenti e famose)

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Ultimo aggiornamento: 8 Dicembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Frasi di Totò

Antonio de Curtis, in arte Totò, è stato probabilmente il più grande attore comico italiano, nonché poeta, paroliere e sceneggiatore.

Nonostante sia definito il “principe della risata”, Totò è stato molto di più grazie alla sua profonda personalità che lo ha visto recitare anche in ruoli drammatici ed emozionanti.

Qui di seguito la nostra selezione delle più belle e famose frasi di Totò che ne determinano lo spirito umoristico, ma anche il lato più intimo e personale. Eccole!

Aforismi, citazioni e frasi di Totò

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  • Il mondo è diviso in, uomini, che lavorano, sudano, soffrono e, caporali, che sfruttano il lavoro, il sudore e la sofferenza dei primi.
  • Non so leggere, ma intuisco.
  • Chi dice che i soldi non fanno la felicità, oltre a essere antipatico, è pure fesso.
  • Chi dice che i soldi non fanno la felicità, oltre a essere antipatico, è pure fesso.
  • L’uomo discende dalla scimmia. Io no perché sono raccomandato.
  • È la somma che fa il totale.
  • Io non rubo, integro. D’altra parte in Italia chi è che non integra?
  • Io non rubo, integro. D'altra parte in Italia chi è che non integra?
  • Un uomo di novantaquattro anni non ha bisogno del medico: può morire tranquillamente da solo.
  • A proposito di politica, ci sarebbe qualche cosarellina da mangiare?
  • In tempo di crisi, gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli.
  • In tempo di crisi, gli intelligenti cercano soluzioni, gli imbecilli cercano colpevoli.
  • Il coraggio ce l’ho. È la paura che mi frega.
  • Io so a memoria la miseria, e la miseria è il copione della vera comicità. Non si può far ridere se non si conoscono bene il dolore, la fame, il freddo, l’amore senza speranza, la disperazione della solitudine di certe squallide camerette ammobiliate, alla fine di una recita in un teatrucolo di provincia; e la vergogna dei pantaloni sfondati, il desiderio di un caffelatte, la prepotenza esosa degli impresari, la cattiveria del pubblico senza educazione. Insomma, non si può essere un vero attore comico senza aver fatto la guerra con la vita.
  • Lo so, sono vigliacco, ma sono vivo: meglio un vigliacco vivo che un coraggioso morto.
  • Si dice che l’appetito vien mangiando, ma in realtà l’appetito viene a star digiuni.
  • I soldi fanno i ricchi, ma è il rispetto, l’educazione e l’umiltà che fanno “signore”. Se non ce le hai, resti sempre e solo un pezzente.
  • I soldi fanno i ricchi, ma è il rispetto, l'educazione e l'umiltà che fanno "signore". Se non ce le hai, resti sempre e solo un pezzente.
  • Toglimi una curiosità, tuo zio è sempre morto?
  • Non sono brutto, ma mi arrangio.
  • L’umorismo non ha prezzo.
  • Nel dolore un orbo è avvantaggiato, piange con un occhio solo.
  • In guerra sono tutti in pericolo, tranne quelli che hanno voluto la guerra.
  • In guerra sono tutti in pericolo, tranne quelli che hanno voluto la guerra.
  • Sono un uomo di mondo: ho fatto tre anni di militare a Cuneo.
  • Ogni limite ha una pazienza.
  • Dunque. Lei è ignorante? Bravo, bravo. Viva l’ignoranza! Tutti così dovrebbero essere…
  • Signori si nasce e io, modestamente, lo nacqui.
  • La vita è fatta di cose reali e di cose supposte: se le reali le mettiamo da una parte, le supposte dove le mettiamo?
  • La vita è fatta di cose reali e di cose supposte: se le reali le mettiamo da una parte, le supposte dove le mettiamo?
  • Bella, questa maison… tres jolie, anche quattro jolie…
  • La diffidenza rende tristi.
  • Però… per essere una parente è gentile… sembra un’estranea!
  • Non posso morire, c’ho un appuntamento.
  • I parenti sono come le scarpe: più sono stretti e più ti fanno male.
  • I parenti sono come le scarpe: più sono stretti e più ti fanno male.
  • Lo so, dovrei lavorare invece di cercare fessi da imbrogliare, ma non posso, perché nella vita ci sono più fessi che datori di lavoro.
  • A volte anche un cretino ha un’idea.
  • Signora, sono a sua completa disposizione: corpo, anima e frattaglie.
  • A volte è difficile fare la scelta giusta perché o sei roso dai morsi della coscienza o da quelli della fame.
  • Forse vi sono momentini minuscolini di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte. La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di dimenticanza.
  • Forse vi sono momentini minuscolini di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte. La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di dimenticanza.
  • Parli come badi.
  • La vera miseria è la falsa nobiltà.
  • Lei è un cretino, si specchi, si convinca.
  • Lei è un cretino, si informi.
  • L’ignoranza è una patologia che colpisce molte persone. I sintomi sono: la cattiveria, la presunzione, l’invidia e la cattiva educazione.
  • L'ignoranza è una patologia che colpisce molte persone. I sintomi sono: la cattiveria, la presunzione, l'invidia e la cattiva educazione.
  • Signore, di sua moglie mi piace tutto, tranne il marito.
  • I ministri passano, gli uomini restano.
  • Ognuno ha la faccia che ha, ma qualche volta si esagera.
  • C’era un attore che aveva 100 paia di scarpe: tante gliene avevano tirate.
  • Quando hai a che fare con una persona che si crede superiore agli altri e ne è fermamente convinta, ridici sopra e assecondala, perché non è bello rovinare i sogni di un idiota.
  • Quando hai a che fare con una persona che si crede superiore agli altri e ne è fermamente convinta, ridici sopra e assecondala, perché non è bello rovinare i sogni di un idiota.
  • La donna è mobile e io mi sento un mobiliere.
  • A me i gatti neri mi guardano in cagnesco.
  • Il napoletano lo si capisce subito da come si comporta, da come riesce a vivere senza una lira.
  • Oddio, desto o son sogno?
  • Quello che vuoi per me, il doppio lo auguro a te.
  • Quello che vuoi per me, il doppio lo auguro a te.
  • Meglio un ambo oggi che una gallina domani.
  • E io pago… e io pago!
  • Non posso farti fesso perché già lo sei.
  • Al mio funerale sarà bello assai perché ci saranno parole, paroloni, elogi, mi scopriranno un grande attore: perché questo è un bellissimo paese, in cui però per venire riconosciuti in qualcosa, bisogna morire.
  • Il mondo io lo divido così, in uomini e caporali. E più vado avanti, più scopro che di caporali ce ne son tanti e di uomini ce ne sono pochissimi.
  • Il mondo io lo divido così, in uomini e caporali. E più vado avanti, più scopro che di caporali ce ne son tanti e di uomini ce ne sono pochissimi.
  • Nella vita non siamo mai soli, abbiamo sempre qualche appendicite.
  • C’è chi può e chi non può: io può.
  • Non sono cretino. Sono stato cretino un solo giorno: quello del mio matrimonio.
  • Sono un minorenne anziano.
  • ‘O ricco po’ addiventa’ povero, ‘o povero po’ addiventa’ ricco, ma ‘o scemo è sempe scemo.
  • 'O ricco po' addiventa' povero, 'o povero po' addiventa' ricco, ma 'o scemo è sempe scemo.
  • L’ignorante parla a vanvera. L’intelligente parla poco. ‘O fesso parla sempre.
  • Se conosco Shakespeare? Lo conosco benissimo, in casa lo chiamavamo William.
  • Che mani meravigliose che ha, ma mi dica: sono proprio le sue?
  • Questa è la civiltà: hai tutto quello che vuoi quando non ti serve.
  • Noi ti ringraziamo nostro buon Protettore per averci dato anche oggi la forza di fare il più bello spettacolo del mondo.Tu che proteggi uomini, animali e baracconi, tu che rendi i leoni docili come gli uomini e gli uomini coraggiosi come i leoni, tu che ogni sera presti agli acrobati le ali degli angeli, fa’ che sulla nostra mensa non venga mai a mancare pane ed applausi. Noi ti chiediamo protezione, ma se non ne fossimo degni, se qualche disgrazia dovesse accaderci, fa che avvenga dopo lo spettacolo e, in ogni caso, ricordati di salvare prima le bestie e i bambini.Tu che permetti ai nani e ai giganti di essere ugualmente felici, tu che sei la vera, l’unica rete dei nostri pericolosi esercizi, fa’ che in nessun momento della nostra vita venga a mancarci una tenda, una pista e un riflettore. Guardaci dalle unghie delle nostre donne, ché da quelle delle tigri ci guardiamo noi, dacci ancora la forza di far ridere gli uomini, di sopportare serenamente le loro assordanti risate e lascia pure che essi ci credano felici. Più ho voglia di piangere e più gli uomini si divertono, ma non importa, io li perdono, un po’ perché essi non sanno, un po’ per amor Tuo, e un po’ perché hanno pagato il biglietto. Se le mie buffonate servono ad alleviare le loro pene, rendi pure questa mia faccia ancora più ridicola, ma aiutami a portarla in giro con disinvoltura. C’è tanta gente che si diverte a far piangere l’umanità, noi dobbiamo soffrire per divertirla; manda, se puoi, qualcuno su questo mondo capace di far ridere me come io faccio ridere gli altri.

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