La Costituzione della Repubblica Italiana è un’insieme di 139 articoli e 18 disposizioni transitorie e finali che costituiscono le leggi fondamentali del nostro Stato.
Nata nel 1947, dopo la fine della seconda guerra mondiale e la proclamazione della repubblica, fu scritta e approvata da un’assemblea di personalità politiche di alto valore morale.
Qui di seguito una selezione delle più belle frasi sulla Costituzione che ne sottolineano il valore e l’importanza. Eccole!
Aforismi, citazioni e frasi sulla Costituzione
- Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra costituzione, andate nelle montagne dove caddero i partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove furono impiccati. Dovunque è morto un italiano per riscattare la libertà e la dignità, andate lì, o giovani, col pensiero – perché lì è nata la nostra costituzione.
(Piero Calamandrei) - Dietro ogni articolo della Carta Costituzionale stanno centinaia di giovani morti nella Resistenza. Quindi la Repubblica è una conquista nostra e dobbiamo difenderla, costi quel che costi.
(Sandro Pertini) - Una delle offese che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica.
(Piero Calamandrei) - La nostra Costituzione è la più bella del mondo.
(Roberto Benigni) - La Costituzione è il fondamento della Repubblica. Se cade dal cuore del popolo, se non è rispettata dalle autorità politiche, se non è difesa dal governo e dal Parlamento, se è manomessa dai partiti verrà a mancare il terreno sodo sul quale sono fabbricate le nostre istituzioni e ancorate le nostre libertà.
(Luigi Sturzo) - Se le energie che da decenni vengono spese per cambiare la Costituzione – peraltro con risultati modesti e talora peggiorativi – fossero state, invece, impiegate per attuarla, il nostro sarebbe un Paese più giusto e anche più felice.
(Liliana Segre) - Ognuno di noi deve sentirsi in ogni momento tutore della Costituzione. Per questo occorre conoscerla, occorre farla conoscere, ma, soprattutto, pensando quanti dolori, quanti sacrifici, quante lacrime, quanto sangue, quanta miseria è costata questa Costituzione, bisogna che ognuno di noi sia capace di amarla.
(Oscar Luigi Scalfaro) - L’Assemblea ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore.
(Umberto Terracini) - La Costituzione è molto più avanzata dell’Italia e di noi italiani: è uno smoking indossato da un maiale.
(Marco Travaglio) - Alcuni erano stati in galera per difendere la libertà e poi han seduto in Parlamento. L’opposto di quello che succede oggi, prima siedono in Parlamento, poi finiscono in galera.
(Roberto Benigni) - Questa Repubblica si può salvare. Ma, per questo, deve diventare la Repubblica della Costituzione.
(Nilde Iotti) - Dietro ogni articolo della costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi che hanno dato la vita perché la libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa carta.
(Piero Calamandrei) - La Costituzione è un buon documento; ma spetta ancora a noi fare in modo che certi articoli non rimangano lettera morta, inchiostro sulla carta. In questo senso la Resistenza continua.
(Sandro Pertini) - La costituzione è la prima fonte del nostro diritto positivo e il vero polo di orientamento anche nella questione tanto dibattuta della cosiddetta interpretazione evolutiva delle leggi.
(Ugo La Malfa) - In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre glorie: son tutti sfociati qui negli articoli.
(Piero Calamandrei) - La Costituzione non ha e non può avere né un’ideologia né una filosofia di parte.
(Nilde Iotti) - La nostra Costituzione è in parte una realtà, ma soltanto in parte è una realtà. In parte è ancora un programma, un ideale, una speranza, un impegno, un lavoro da compiere.
(Piero Calamandrei) - Per la prima volta il 2 giugno del 1946 le donne italiane votarono, per eleggere, dopo il disastro della guerra e del fascismo, l’assemblea che avrebbe dato all’Italia la nuova Costituzione. Votarono con preoccupazione, con orgoglio, con speranza, con emozione.
(Miriam Mafai) - In Italia si può cambiare soltanto la Costituzione. Il resto rimane com’è.
(Indro Montanelli - La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove. Perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile. Bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità.
(Piero Calamandrei) - La costituzione, nel senso suo più profondo e sostanziale, è l’organizzazione di questa triade: economia, per assicurare i beni materiali; politica, per assicurare ordine e sicurezza; cultura, per creare senso d’appartenenza.
(Gustavo Zagrebelsky) - La Costituzione Repubblicana, come disse Piero Calamandrei, non è un pezzo di carta, ma è il testamento di 100.000 morti caduti nella lunga lotta per la libertà; una lotta che non inizia nel settembre del 1943 ma che vede idealmente come capofila Giacomo Matteotti.
(Liliana Segre) - È stato detto che la vera Costituzione è la maggioranza: se la maggioranza non vuol rispettare la Costituzione, vuol dire che la Costituzione non c’è più. Ma proprio per non sentir ripetere questo discorso, che era di moda sotto il fascismo, la Costituzione aveva predisposto al disopra della maggioranza organi indipendenti di garanzia costituzionale, destinati a proteggere la Costituzione contro la stessa maggioranza.
(Piero Calamandrei) - La Costituzione, il regalo che i padri e le madri costituenti ci hanno lasciato in eredità. Le cose regalate dobbiamo conquistarle, farle diventare nostre. Qui dentro ci sono le regole per vivere tutti insieme, in pace, lavorando.
(Roberto Benigni) - L’unità degli italiani è oggi specialmente necessaria per affermare davanti a tutti i popoli la nostra naturale vocazione, consacrata nella Carta costituzionale, a operare concretamente per la pace, sempre e in ogni luogo.
(Carlo Azeglio Ciampi) - Lo Stato forte non può essere che quello ove si rispetti o si fa rispettare la legge, cioè la Costituzione e le altre leggi che sono in vigore e servono per applicarla.
(Alcide De Gasperi) - Io mi domando, onorevoli colleghi, come i nostri posteri tra cento anni giudicheranno questa nostra Assemblea Costituente: se la sentiranno alta e solenne come noi sentiamo oggi alta e solenne la Costituente Romana, dove un secolo fa sedeva e parlava Giuseppe Mazzini. Io credo di sì: credo che i nostri posteri sentiranno più di noi, tra un secolo, che da questa nostra Costituente è nata veramente una nuova storia: e si immagineranno, come sempre avviene che con l’andar dei secoli la storia si trasfiguri nella leggenda, che in questa nostra Assemblea, mentre si discuteva della nuova Costituzione Repubblicana, seduti su questi scranni non siamo stati noi, uomini effimeri di cui i nomi saranno cancellati e dimenticati, ma sia stato tutto un popolo di morti, di quei morti, che noi conosciamo ad uno ad uno, caduti nelle nostre file, nelle prigioni e sui patiboli, sui monti e nelle pianure, nelle steppe russe e nelle sabbie africane, nei mari e nei deserti, da Matteotti a Rosselli, da Amendola a Gramsci, fino ai giovinetti partigiani, fino al sacrificio di Anna-Maria Enriquez e di Tina Lorenzoni, nelle quali l’eroismo è giunto alla soglia della santità. Essi sono morti senza retorica, senza grandi frasi, con semplicità, come se si trattasse di un lavoro quotidiano da compiere: il grande lavoro che occorreva per restituire all’Italia libertà e dignità. Di questo lavoro si sono riservata la parte più dura e più difficile; quella di morire, di testimoniare con la resistenza e la morte la fede nella giustizia. A noi è rimasto un compito cento volte più agevole; quello di tradurre in leggi chiare, stabili e oneste il loro sogno: di una società più giusta e più umana, di una solidarietà di tutti gli uomini, alleati a debellare il dolore. Assai poco, in verità, chiedono a noi i nostri morti. Non dobbiamo tradirli.
(Piero Calamandrei)