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Filastrocche sulla Primavera: le 15 più belle, in rima e divertenti

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Ultimo aggiornamento: 11 Novembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Filastrocche sulla Primavera

La primavera è conosciuta come la stagione dei colori, della natura e dei fiori che sbocciano.

Un periodo dell’anno che rappresenta particolarmente la giovinezza, i bambini e l’infanzia. Non per niente sono tante le filastrocche per la scuola materna e primaria dedicate a questa stagione.

Qui di seguito le più belle filastrocche sulla primavera da recitare e imparare a memoria per onorare la bellezza di questi giorni. Eccole!

Filastrocche sulla primavera

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  • Filastrocca di Primavera
    (Gianni Rodari)
    Filastrocca di primavera
    più lungo è il giorno, più dolce la sera.
    Domani forse tra l’erbetta
    spunterà la prima violetta.
    O prima viola fresca e nuova
    beato il primo che ti trova,
    il tuo profumo gli dirà,
    la primavera è giunta, è qua.
    Gli altri signori non lo sanno
    e ancora in inverno si crederanno:
    magari persone di riguardo,
    ma il loro calendario va in ritardo.
  • Aprile
    (Renzo Pezzani)
    Questo mese canterino
    che ha un fioretto sullo stemma,
    non dimentica un giardino,
    non si scorda di una gemma.
    Mostra i suoi color più belli
    da ringhiere e da cancelli.
    Cuor contento ed occhi puri,
    con un filo d’erba in bocca,
    va pel mondo e tutto tocca,
    mette il verde anche sui muri.
    S’addormenta in mezzo al prato:
    è felice d’esser nato.
    Sopra il monte aspetta il sole.
    Tutti i doni ha nella sporta
    per lasciarne ad ogni porta.
    Ma per sé altro non vuole
    che la piuma di un uccello
    per ornarsene il cappello.
  • Battiamo le manine
    (Lina Schwarz)
    Battiamo le manine
    che viene Primavera!
    Le campanelle
    le fan da sonagliera.
    Canto festante,
    da semi nascon piante,
    da piante spuntan fiori,
    da fiori vengon frutti…
    e ce ne sian per tutti!
  • I suoni della Primavera
    (Enrico Novelli)
    Primavera, primavera,
    dolcemente scendi giù;
    ben ti avverte in su la sera
    il cucù col suo: cù… cù…!
    Ben ti avvertono nei prati,
    dove l’erba rifiorì,
    tanti grilli indaffarati
    notte e giorno a far: crì… crì…!
    A tal musica, le piante
    metton fiori tutte quante.
  • Le prime violette
    (Ada Negri)
    Anche quest’anno andrai per le violette
    lungo le prode, nel febbraio acerbo.
    Quelle pallide, sai, che han tanto freddo,
    ma spuntano lo stesso, appena sciolte
    l’ultime nevi; e fra uno scroscio e un raggio
    ti dicono: «Domani è primavera!».
    Una voce ti chiama alla campagna:
    e vai; e i piedi ti diventan ali,
    sì: alta è la promessa ch’è nell’aria.
  • Il bimbo e la rondine
    (Lina Schwarz)
    Il bimbo:
    “Quel vostro nido è piccolo,
    rondini come fate?
    I vostri figli crescono
    e ormai più non ci state!”.
    Le rondini:
    “Ci stiamo, sì! Stringendoci
    così tutti vicini;
    stanno più caldi e morbidi
    i nostri rondinini;
    poco posto si tiene,
    quando ci si vuol bene!”.
  • Canzone primaverile
    (Federico García Lorca)
    Escono allegri i bambini
    dalla scuola,
    lanciando nell’aria tiepida
    d’aprile tenere canzoni.
    Quanta allegria nel profondo
    silenzio della stradina!
    Un silenzio fatto a pezzi
    da risa d’argento nuovo.
  • Aprile
    (Renzo Pezzani)
    Così Aprile in un giorno
    m’ha dipinto il giardino:
    di bianco calce tutto il muro intorno
    e tutto il cielo del più bel turchino.
    Di verde non ha fatto economia.
    È così verde questa terricciuola
    che sembra l’orto della Poesia.
    Che chiasso di colori in ogni aiuola,
    e quanti fiori, quanta fantasia
    di blu, di rossi, di celesti e viola!
    C’è un fior per tutti in questo mio giardino!
    Fanne un mazzetto da portare a scuola!
    Così dipinse April questa mia breve
    terra intingendo il pennello nel cuore
    fin che bastò il colore.
    Quando non ebbe più che un po’ di nero
    aggiunse un’altra croce al cimitero.
  • Viva la libertà
    (Gianni Rodari)
    Viva la primavera
    che viaggia liberamente
    di frontiera in frontiera
    senza passaporto,
    con un seguito di primule,
    mughetti e ciclamini
    che attraversando i confini
    cambiano nome come
    passeggeri clandestini.
    Tutti i fiori del mondo son fratelli.
  • Uccellini
    (Lina Schwarz)
    Uccellini, non sapete,
    ch’è venuta primavera?
    Avant’ieri ancor non c’era
    oggi, invece, a un tratto è qui!
    Uccellini, non vedete
    come d’oro splende il sole?
    Salutate il primo fiore
    con un lieto: ci ci ci.
  • Primavera
    Di gemme incoronata
    ecco la Primavera
    bella come una fata
    giungere a noi leggera.
    Coi nidi, i canti, i fiori
    torna a far lieti i cuori!
  • Primavera vien danzando
    (Angiolo Silvio Novaro)
    Primavera vien danzando
    vien danzando alla tua porta.
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Ghirlandette di farfalle,
    campanelle di vilucchi,
    quali azzurre, quali gialle;
    e poi rose, a fasci e a mucchi.
    E l’estate vien cantando,
    vien cantando alla tua porta:
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Un cestel di bionde pesche
    vellutate, appena tocche,
    e ciliegie lustre e fresche,
    ben divise a mazzi e a ciocche.
    Vien l’autunno sospirando,
    sospirando alla tua porta.
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Qualche bacca porporina,
    nidi vuoti, rame spoglie,
    e tre gocciole di brina,
    e un pugnel di foglie morte.
    E l’inverno vien tremando,
    vien tremando alla tua porta.
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Un fastell d’aridi ciocchi,
    un fringuello irrigidito;
    e poi neve neve a fiocchi
    e ghiacciuoli grossi un dito.
    La tua mamma vien ridendo,
    vien ridendo alla tua porta.
    Sai tu dirmi che ti porta?
    Il suo vivo e rosso cuore,
    e lo colloca ai tuoi piedi,
    con in mezzo ritto un fiore:
    Ma tu dormi e non lo vedi!
  • Aprile
    (Nicola Moscardelli)
    Allorché torna aprile
    campeggia sopra il prato il fiordaliso
    e nell’acqua che corre
    si specchia ogni bel viso.
    Sull’albero l’uccello
    canta soavemente: chi lo sente
    rivede il paradiso.
  • È maggio
    (Giovanni Pascoli)
    A maggio non basta un fiore.
    Ho visto una primula: è poco.
    Vuol nel prato le prataiole:
    è poco: vuole nel bosco il croco.
    È poco: vuole le viole; le bocche
    di leone vuole e le stelline dell’odore.
    Non basta il melo, il pesco, il pero.
    Se manca uno, non c’è nessuno.
    È quando è in fiore il muro nero
    è quando è in fiore lo stagno bruno,
    è quando fa le rose il pruno,
    è maggio quando tutto è in fiore.
  • Primavera

    Tre violette in un bicchiere
    e una rondine che vola:
    ecco qui la primavera,
    nata or ora per me sola.
    Primavera piccolina
    che cinguetta con gli uccelli
    che si veste del colore
    dei più teneri arboscelli.
    Primavera, che apre gli occhi
    con un grido di stupore;
    primavera tutta mia,
    che mi tiene compagnia.
  • Primavera
    (Lina Schwarz)
    “Oh, mamma, com’è bello questo mondo!
    Com’è sereno il cielo stamattina!
    Il sole com’è tiepido e giocondo!
    Che buon sapore ha questa merendina!
    Guarda! Spunta la prima margherita…
    Oh, mamma mia, com’è bella la vita!
    Dimmi, che potrei far di bello anch’io?…”
    “Amar tutto, amar tutti, bimbo mio!”.
  • Canzone di Marzo
    (Giovanni Pascoli)
    Marzo è matto.
    Ormai che si è fatto questo nome,
    chi glielo leva più?
    Eppure vorrei vedere un altro al posto suo,
    così a cavalcioni fra inverno ed estate
    fra caldo e freddo,
    e, da una parte, lo tira il vento di febbraio,
    dall’altra, il cielo d’aprile gli fa l’occhiolino.
    E quel povero marzo corre di qui e di là,
    aiuta le gemme a schiudersi
    spazza il cielo dalle nuvole,
    si da da fare da tutte le parti…
    Si capisce che qualche volta,
    gli vengono le bizze e fa il matto.
    Troppe esigenze per questo povero mese!

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