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Filastrocche di Carnevale: le 15 più belle, brevi e in rima

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Ultimo aggiornamento: 11 Novembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Filastrocche di Carnevale

Quella del Carnevale è una festa dalle origini antiche basata sul gioco, sulle maschere, sugli scherzi e sui coriandoli.

Per questo, appunto, molto sentita e amata dai bambini della scuola dell’infanzia e della scuola primaria.

Ecco quindi le più belle filastrocche di Carnevale per bambini che ci immergeranno nello spirito spensierato di questi giorni. Scoprile subito!

Filastrocche di Carnevale

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  • Carnevale
    Nelle piazze in ogni via
    c’è un’allegra compagnia
    che vestita in modo strano
    canta, balla e fa baccano.
    Mascherine mascherine
    siete buffe ma carine
    con i vostri nasi rossi
    fatti male, storti e grossi
    con i costumi che indossate
    con gli scherzi che vi fate
    voi portate l’allegria
    in qualunque compagnia.
  • Il girotondo delle maschere
    (Arpalice Cuman Pertile)
    È Gianduja torinese,
    Meneghino milanese.
    Vien da Bergamo Arlecchino,
    Stenterello è fiorentino.
    Veneziano è Pantalone,
    con l’allegra Colombina,
    di Bologna Balanzone,
    con il furbo Fagiolino.
    Vien da Roma Rugantino;
    pur romano è Meo Patacca.
    Siciliano il buon Pasquino,
    di Verona Fracanappa;
    è Pulcinella napoletano.
    Lieti e concordi si dan la mano;
  • Viva i coriandoli di Carnevale
    (Gianni Rodari)
    Viva i coriandoli di Carnevale,
    bombe di carta che non fan male!
    Van per le strade in gaia compagnia
    i guerrieri dell’allegria:
    si sparano in faccia risate
    scacciapensieri,
    si fanno prigionieri
    con le stelle filanti colorate.
    Non servono infermieri
    perché i feriti guariscono
    con una caramella.
    Guida l’assalto, a passo di tarantella,
    il generale in capo Pulcinella.
    Cessata la battaglia, tutti a nanna.
    Sul guanciale
    spicca come una medaglia
    un coriandolo di Carnevale.
  • Arlecchino
    (Enrico Novelli)
    Io sono il più furbone, il più maligno,
    nonché l’imperator del Carnevale;
    offendo tutti e faccio il viso arcigno
    a tutti quelli che se n’han per male.
    È una brutta abitudine, si sa,
    quella di dire onor la verità!
  • Che gaia mascherata!
    Che gaia mascherata!
    Che allegra strombettata!
    Nora, così piccina,
    vestita è da vecchina.
    Gli occhiali sul nasino
    ha Giorgio birichino.
    E Mario sul cappello
    ha messo un campanello!
    Così per casa vanno
    un grande chiasso fanno.
    Che gaia mascherata!
    Che allegra strombettata!
  • Carnevale
    (Gabriele D’Annunzio)
    Carnevale vecchio e pazzo
    s’è venduto il materasso
    per comprare pane e vino
    tarallucci e cotechino.
    E mangiando a crepapelle
    la montagna di frittelle
    gli è cresciuto un gran pancione
    che somiglia ad un pallone.
    Beve e beve e all’improvviso
    gli diventa rosso il viso
    poi gli scoppia anche la pancia
    mentre ancora mangia, mangia…
    Così muore carnevale
    e gli fanno il funerale
    dalla polvere era nato
    ed in polvere è tornato.
  • Mascherine
    Ecco qui le mascherine:
    tutte vispe, tutte belle;
    mascherine pazzerelle
    che vorrebbero danzar.
    Io vo’ fare un bell’inchino,
    un bacetto io vo’ mandar.
    Una gaia piroetta
    con bel garbo io voglio far.
    Ecco qui un girotondo,
    pien di grazia e di allegria
    che saluta tutto il mondo
    prima ancor di andare via.
    L’allegria non fa mai male,
    viva viva il Carnevale!
  • La stagion del Carnevale
    (Carlo Goldoni)
    La stagion del Carnevale
    tutto il Mondo fa cambiar.
    Chi sta bene e chi sta male
    Carnevale fa rallegrar.
    Chi ha denari se li spende;
    chi non ne ha ne vuol trovar;
    e s’impegna, e poi si vende,
    per andarsi a sollazzar.
    Qua la moglie e là il marito,
    ognuno va dove gli par;
    ognun corre a qualche invito,
    chi a giocare e chi a ballar.
    Par che ognuno di Carnevale
    a suo modo possa far,
    par che ora non sia male
    anche pazzo diventar.
    Viva dunque il Carnevale
    che diletti ci suol dar.
    Carneval che tutto vale,
    che fa i cuori giubilar.
  • Travestirsi è un bel gioco
    Io mi vesto da pompiere,
    sai, è proprio un bel mestiere!
    Tu da robot o da cuoco?
    Travestirsi è un bel gioco!
    Lei da ape o da regina,
    da streghetta o farfallina?
    Lui da volpe o da leone,
    da canguro o calabrone?
    Da marziano o da pirata,
    Travestirsi… che trovata!
    È un bel gioco divertente
    che non costa proprio niente.
  • Il vestito di Arlecchino
    (Gianni Rodari)
    Per fare un vestito ad Arlecchino
    ci mise una toppa Meneghino,
    ne mise un’altra Pulcinella,
    una Gianduja, una Brighella.
    Pantalone, vecchio pidocchio,
    ci mise uno strappo sul ginocchio,
    e Stenterello, largo di mano
    qualche macchia di vino toscano.
    Colombina che lo cucì
    fece un vestito stretto così.
    Arlecchino lo mise lo stesso
    ma ci stava un tantino perplesso.
    Disse allora Balanzone,
    bolognese dottorone:
    “Ti assicuro e te lo giuro
    che ti andrà bene li mese venturo
    se osserverai la mia ricetta:
    un giorno digiuno e l’altro bolletta!”.
  • Viva, viva il Carnevale
    Viva, viva il Carnevale,
    con il pepe e con il sale.
    La tristezza manda via
    e ci porta l’allegria!
    Fischi canti suoni e balli,
    la vecchietta vuol ballare
    ed il nonnetto vuol cantare.
    Ad un tratto vede il babbo
    travestito da indiano
    ed il gioco suo più bello
    è gridare: “iù iù iù!”
    Chi si veste da Arlecchino,
    chi da Zorro o da Pinocchio,
    chi da gatto o da fatina,
    da pagliaccio o da soldato!
    Com’è bello Carnevale
    che schiamazza per le strade
    fa scordare ogni male.
    Viva viva il Carnevale.
  • La canzone delle mascherine
    (Arpalice Cuma Pertile)
    Un saluto a tutti voi;
    dite un po’, chi siamo noi?
    Ci guardate e poi ridete?
    Oh! mai più ci conoscete!
    Noi scherziam senza far male,
    Viva, viva il Carnevale!
    Siamo vispe mascherine,
    Arlecchini e Colombine,
    diavolini, follettini,
    marinai
    bei ciociari
    comarelle
    vecchierelle:
    noi scherziam senza far male,
    viva, viva il Carnevale!
    Vi doniamo un bel confetto,
    uno scherzo, un sorrisetto;
    poi balliamo
    poi scappiamo.
    Voi chiedete:
    Ma chi siete?
    Su pensate,
    indovinate.
    Siamo vispe mascherine,
    Arlecchini e Colombine,
    diavolini, follettini,
    marinai
    bei ciociari
    comarelle
    vecchierelle:
    noi scherziam senza far male,
    viva, viva il Carnevale!
  • Allegria di carnevale
    Carnevale, carnevaletto,
    esci di casa e fai uno scherzetto,
    lungo la strada gioia ed allegria
    siam tutti amici, oh che follia!
    Carri, coriandoli, stelle filanti
    ce n’è davvero per tutti quanti!
  • Carnevale in filastrocca
    (Gianni Rodari)
    Carnevale in filastrocca,
    con la maschera sulla bocca,
    con la maschera sugli occhi,
    con le toppe sui ginocchi:
    sono le toppe d’Arlecchino,
    vestito di carta, poverino.
    Pulcinella è grosso e bianco,
    e Pierrot fa il saltimbanco.
    Pantalon dei Bisognosi
    “Colombina,” dice, “mi sposi?”
    Gianduja lecca un cioccolatino
    e non ne da niente a Meneghino,
    mentre Gioppino col suo randello
    mena botte a Stenterello.
    Per fortuna il dottor Balanzone
    gli fa una bella medicazione,
    poi lo consola: “È Carnevale,
    e ogni scherzo per oggi vale.”
  • Danza lieta, mascherina
    Danza lieta, mascherina,
    danza fino a domattina!
    Son coriandoli le stelle!
    E i panini son frittelle.
    Sono tutti sorridenti,
    sono tutti assai contenti.
    Lo sapete che Arlecchino
    fu vestito, poverino,
    con cenci regalati
    dai bambini fortunati?
    Arlecchino sorridente
    è l’immagine vivente
    dell’aiuto che può dare
    chi anche agli altri sa pensare.
    Danza lieta, mascherina,
    danza fino a domattina!
  • Il Carnevale
    Ecco arriva il Carnevale
    E si sa… ogni scherzo vale!
    Viene sempre di febbraio
    perché è un mese molto gaio.
    Dura qualche settimana,
    è una festa assai mondana,
    piace ai grandi ed ai piccini
    e si fan tanti festini,
    si va in giro mascherati
    sorridenti e spensierati.
    Tra coriandoli e trombette
    si combinan burla perfette.
    È un tripudio di colori
    che rallegra tutti i cuori!
    Tutto questo gran fracasso
    dura fino a martedì grasso,
    poi per ben giorni quaranta
    ci si prepara alla settimana santa
    ma tra un anno, ben puntuale,
    torna ancora il Carnevale!
  • Maschera
    (Trilussa)
    Vent’anni fa m’ammascherai pur’io!
    E ancora tengo er grugno de cartone
    che servì p’annisconne quello mio.
    Sta da vent’anni sopra un credenzone
    quela Maschera buffa, ch’è restata
    sempre co’ la medesima espressione,
    sempre co’ la medesima risata.
    Una vorta je chiesi: “E come fai
    a conservà lo stesso bon umore
    puro ne li momenti der dolore,
    puro quanno me trovo fra li guai?
    Felice te, che nun te cambi mai!
    Felice te, che vivi senza core!”.
    La Maschera rispose: “E tu che piagni
    che ce guadagni? Gnente! Ce guadagni
    che la gente dirà: Povero diavolo,
    te compatisco… me dispiace assai…
    Ma, in fonno, credi, nun j’importa un cavolo!
    Fa’ invece come me, ch’ho sempre riso:
    e se te pija la malinconia
    coprete er viso co’ la faccia mia
    così la gente nun se scoccerà…”.
    D’allora in poi nascónno li dolori
    de dietro a un’allegia de cartapista
    e passo per un celebre egoista
    che se ne frega de l’umanità!

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