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Le 25 più belle Poesie sulla Vita (per riflettere ed emozionarsi)

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Ultimo aggiornamento: 29 Novembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Poesie sulla Vita

La vita, con le sue gioie e le sue difficoltà è uno degli argomenti che più interessano ai poeti. In effetti è tutto quello che abbiamo e la cosa che più conta per ognuno di noi.

Della vita dobbiamo trarne il meglio per noi stessi e per gli altri, amandola e rispettandola.

Qui di seguito una selezione delle più belle poesie sulla vita che ci aiuteranno a capire meglio la nostra e a viverla con passione. Eccole!

Poesie sulla vita

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  • Prendi un sorriso
    (Mahatma Gandhi)
    Prendi un sorriso,
    Regalalo a chi non l’ha mai avuto.
    Prendi un raggio di sole,
    Fallo volare là dove regna la notte.
    Scopri una sorgente,
    fai bagnare chi vive nel fango.
    Prendi una lacrima,
    Posala sul volto di chi non ha pianto.
    Prendi il coraggio,
    Mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
    Scopri la vita,
    Raccontala a chi non sa capirla.
    Prendi la speranza
    E vivi nella sua luce.
    Prendi la bontà
    E donala a chi non sa donare.
    Scopri l’amore
    e fallo conoscere al mondo.
  • Mia Vita
    (Giuseppe Gioacchino Belli)
    Certo è ch’io nacqui, e con un bel vagito
    salutai ‘l mondo e il mondo non rispose
    andai a scuola, studiai molte cose,
    e crebbi un ciuco calzato e vestito.
    Una donna mi tolse per marito,
    scrissi versi a barella e alcune prose:
    del resto, come il ciel di me dispose,
    ebbi sete, ebbi sonno, ebbi appetito.
    Stetti molti anni fra gl’impieghi assorto,
    e fin che non disparver dalla scena
    amai gli amici e ne trovai conforto.
    Oggi son vecchio e mi strascino appena:
    poi fra non molti dì che sarò morto,
    dirà il mondo : “Oh reo caso! andiamo a cena”.
  • Ubriacatevi
    (Charles Baudelaire)
    Bisogna sempre essere ubriachi. Tutto qui: è l’unico problema. Per non sentire l’orribile fardello del Tempo che vi spezza la schiena e vi piega a terra, dovete ubriacarvi senza tregua.
    Ma di che cosa? Di vino, di poesia o di virtù: come vi pare. Ma ubriacatevi.
    E se talvolta, sui gradini di un palazzo, sull’erba verde di un fosso, nella tetra solitudine della vostra stanza, vi risvegliate perché l’ebbrezza è diminuita o scomparsa, chiedete al vento, alle stelle, gli uccelli, l’orologio, a tutto ciò che fugge, a tutto ciò che geme, a tutto ciò che scorre, a tutto ciò che canta, a tutto ciò che parla, chiedete che ora è: e il vento, le onde, le stelle, gli uccelli, l’orologio, vi risponderanno:
    – È ora di ubriacarsi! Per non essere schiavi martirizzati dal tempo, ubriacatevi, ubriacatevi sempre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare.
  • Vivi
    (Charlie Chaplin)
    Ho perdonato errori quasi imperdonabili.
    Ho cercato di sostituire persone insostituibili
    e di dimenticare persone indimenticabili.
    Ho agito d’impulso.
    Sono rimasto deluso da alcune persone,
    ma anche io ne ho deluse alcune.
    Ho abbracciato per proteggere.
    Ho riso quando non si poteva farlo.
    Mi sono fatto amici per l’eternità.
    Ho amato e sono stato amato, ma sono anche stato respinto.
    Sono stato amato e non ho saputo ricambiare.
    Ho gridato e saltato per la gioia.
    Ho vissuto d’amore e fatto giuramenti eterni,
    ma ne ho anche rotti molti.
    Ho pianto ascoltando musica e guardando fotografie.
    Ho chiamato solo per ascoltare una voce.
    Mi sono innamorato per un sorriso.
    Ho pensato di poter morire di nostalgia e…
    Ho avuto paura di perdere qualcuno di speciale
    ed ho finito per perderlo.
    Però sono sopravvissuto!
    Sono ancora vivo!
    Non mi stanco della vita!
    E nemmeno tu devi stancartene… Vivi!
    Combattere con determinazione è un bene,
    abbracciare la vita e vivere con passione.
    Perdere con classe e vincere con audacia,
    perché il mondo appartiene a chi osa
    e la vita è troppo bella per essere insignificante.
  • Inno alla vita
    (Madre Teresa di Calcutta)
    La vita è un’opportunità, coglila.
    La vita è bellezza, ammirala.
    La vita è beatitudine, assaporala.
    La vita è un sogno, fanne una realtà.
    La vita è una sfida, affrontala.
    La vita è un dovere, compilo.
    La vita è un gioco, giocalo.
    La vita è preziosa, abbine cura.
    La vita è una ricchezza, conservala.
    La vita è amore, godine.
    La vita è un mistero, scoprilo.
    La vita è promessa, adempila.
    La vita è tristezza, superala.
    La vita è un inno, cantalo.
    La vita è una lotta, accettala.
    La vita è un’avventura, rischiala.
    La vita è felicità, meritala.
    La vita è la vita, difendila.
  • Perché vivo
    (Boris Vian)
    Perché vivo
    Per la gamba gialla
    D’una donna bionda
    Appoggiata al muro
    In pieno sole
    Per la vela gonfia
    Di un battello del porto
    Per l’ombra delle tende
    Il caffè ghiacciato
    Che si beve con la cannuccia
    Per toccare la sabbia
    Vedere il fondo dell’acqua
    Che diventa così azzurro
    Che discende tanto in basso
    Con i pesci
    I calmi pesci
    Pascolanti sul fondo
    Che si librano sopra
    I capelli delle alghe
    Come uccelli lenti
    Come uccelli azzurri
    Perché vivo
    Perché e bello.
  • Tempo Libero
    (W. H. Davies)
    Che vita è mai questa se, pieni d’impegni,
    non abbiamo tempo per fermarci e ammirare.
    Né per sostare sotto i rami
    e fissare a lungo, come pecore o mucche.
    Né per vedere, passando tra boschi,
    scoiattoli che nascondono le loro noci nell’erba.
    Né per osservare, in pieno giorno,
    ruscelli pieni di stelle, come cieli di notte.
    Né per voltarci verso la bellezza,
    e ammirare i suoi piedi che sanno danzare.
    Né per aspettare che la sua bocca
    completi il sorriso che le parte dagli occhi.
    Una povera vita è questa se, pieni d’impegni,
    non abbiamo tempo per fermarci a guardare.
  • La vita è fatta di treni
    (Giorgio Faletti)
    La vita è fatta di treni.
    Treni che si fermano accanto a noi
    ma non sappiamo se salire o meno,
    treni che sfrecciano veloci ma non
    abbiamo il coraggio di fermare.
    Treni che ci chiudono le porte in
    faccia e se ne vanno senza di noi
    lasciandoci dentro il sapore amaro
    di come sarebbe stato salirci.
    E treni sui quali saliamo, nostro malgrado,
    per paura che la vita ci lasci a piedi.
  • Istanti
    (Don Herold)
    Se potessi vivere di nuovo la mia vita.
    Nella prossima cercherei di commettere più errori.
    Non cercherei di essere
    così perfetto, mi rilasserei di più.
    Sarei più sciocco di quanto non lo sia già stato,
    di fatto prenderei ben poche cose sul serio.
    Sarei meno igienico.
    Correrei più rischi,
    farei più viaggi,
    contemplerei più tramonti,
    salirei più montagne,
    nuoterei in più fiumi.
    Andrei in più luoghi dove mai sono stato,
    mangerei più gelati e meno fave,
    avrei più problemi reali e meno immaginari.
    Io fui uno di quelli che vissero ogni minuto
    della loro vita sensati e con profitto;
    certo mi sono preso qualche momento di allegria.
    ma se potessi tornare indietro, cercherei
    di avere soltanto momenti buoni.
    Che, se non lo sapete, di questo
    è fatta la vita,
    di momenti: non perdere l’adesso.
    Io ero uno di quelli che mai
    andavano da nessuna parte senza un termometro,
    una borsa dell’acqua calda, un ombrello e un paracadute;
    se potessi tornare a vivere, vivrei più leggero.
    Se potessi tornare a vivere
    comincerei ad andare scalzo all’inizio
    della primavera
    e resterei scalzo sino alla fine dell’autunno.
    Farei più giri in calesse,
    guarderei più albe
    e giocherei con più bambini,
    se mi trovassi di nuovo la vita davanti.
    Ma vedete, ho 85 anni e so che sto morendo.
  • O me, oh vita!
    (Walt Whitman)
    Oh me, oh vita!
    Domande come queste mi perseguitano,
    infiniti cortei d’infedeli,
    città gremite di stolti,
    che vi è di nuovo in tutto questo,
    oh me, oh vita!
    Risposta:
    Che tu sei qui,
    che la vita esiste e l’identità,
    Che il potente spettacolo continui,
    e che tu puoi contribuire con un verso.
  • Un salmo della vita
    (Henry Wadsworth Longfellow)
    Non dirmi in tristi versi
    che la vita è un sogno vuoto!
    Che l’anima che sogna è morta,
    e le cose sembrano ciò che non sono.
    La Vita è reale! La Vita è sincerità!
    E la tomba non è il suo traguardo;
    sei polvere e polvere tornerai –
    questo l’anima non riguarda.
    Non al godimento, né al dispiacere,
    la nostra fine o via è destinata;
    ma ad agire, e che ogni domani
    ci trovi più oltre l’odierna giornata.
    Il lavoro è lungo e il Tempo scorre,
    e il nostro animo, benché prode e forte,
    come soffocato tamburo batte
    le marce funebri fino alla morte.
    Nel campo di battaglia del mondo,
    nel bivacco della Vita, ogni momento,
    non essere come muto bestiame!
    Sii un eroe nel combattimento!
    Non fidarti del Futuro, benché lusinghiero!
    Che il Passato seppellisca la sua opera!
    Agisci, agisci nel Presente che vive!
    Il cuore dentro, e Dio al di sopra!
    Le vite dei grandi ci spingono
    a fare delle nostre vite un portento,
    e, morendo, a lasciare dietro di noi
    le nostre impronte sulle sabbie del tempo;
    le impronte, che forse un altro –
    un fratello solo e naufragato,
    navigando sul maestoso mare della vita,
    vedendo, di nuovo si sentirà rincuorato.
  • Contano i legami
    (Jorge Luis Borges)
    Non sai bene se la vita è viaggio,
    se è sogno, se è attesa, se è un piano che si svolge giorno
    dopo giorno e non te ne accorgi
    se non guardando all’indietro. Non sai se ha senso.
    In certi momenti il senso non conta.
    Contano i legami.
  • La strada non presa
    (Robert Frost)
    Divergevano due strade in un bosco
    ingiallito, e spiacente di non poterle fare
    entrambe uno restando, a lungo mi fermai
    una di esse finché potevo scrutando
    là dove in mezzo agli arbusti svoltava.
    Poi presi l’altra, così com’era,
    che aveva forse i titoli migliori,
    perché era erbosa e non portava segni;
    benché, in fondo, il passar della gente
    le avesse invero segnate più o meno lo stesso,
    perché nessuna in quella mattina mostrava
    sui fili d’erba l’impronta nera d’un passo.
    Oh, quell’altra lasciavo a un altro giorno!
    Pure, sapendo bene che strada porta a strada,
    dubitavo se mai sarei tornato.
    lo dovrò dire questo con un sospiro
    in qualche posto fra molto molto tempo:
    Divergevano due strade in un bosco, ed io…
    io presi la meno battuta,
    e di qui tutta la differenza è venuta.
  • Gabbiani
    (Vincenzo Cardarelli)
    Non so dove i gabbiani abbiano il nido,
    ove trovino pace.
    Io son come loro
    in perpetuo volo.
    La vita la sfioro
    com’essi l’acqua ad acciuffare il cibo.
    E come forse anch’essi amo la quiete,
    la gran quiete marina,
    ma il mio destino è vivere
    balenando in burrasca.
  • Che cos’è la nostra vita?
    (Walter Raleigh)
    Che cos’è la nostra vita? Un gioco di passioni.
    La nostra gioia è la musica della divisione.
    Il grembo materno sono le nostre noiose case
    dove ci vestiamo per questa breve commedia.
    Il cielo ci è giudice spietato e spettatore,
    che siede e giudica chi sbaglia.
    Le nostre tombe che ci nascondono al sole che tramonta
    sono come un sipario tirato quando lo spettacolo è finito.
    Così procediamo, giocando, fino all’ultimo riposo,
    solo che moriamo davvero, e questo non è un gioco.
  • Se
    (Rudyard Kipling)
    Se riesci a tenere la testa a posto quando tutti intorno a te
    l’hanno persa e danno la colpa a te,
    se puoi avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te,
    ma prendi in considerazione anche i loro dubbi.
    Se sai aspettare senza stancarti dell’attesa,
    o essendo calunniato, non ricambiare con calunnie,
    o essendo odiato, non dare spazio all’odio,
    senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo da saggio;
    Se puoi sognare, senza fare dei sogni i tuoi padroni;
    se puoi pensare, senza fare dei pensieri il tuo scopo,
    se sai incontrarti con il Successo e la Sconfitta
    e trattare questi due impostori allo stesso modo.
    Se riesci a sopportare di sentire la verità che hai detto
    Distorta da imbroglioni che ne fanno una trappola per gli ingenui,
    o guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
    e piegarti a ricostruirle con strumenti usurati.
    Se puoi fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
    e rischiarlo in un unico lancio di una monetina,
    e perdere, e ricominciare daccapo
    senza mai fiatare una parola sulla tua perdita.
    Se sai costringere il tuo cuore, nervi, e polsi
    a sorreggerti anche quando sono esausti,
    e così resistere quando in te non c’è più nulla
    tranne la Volontà che dice loro: “Resistete!”
    Se riesci a parlare alle folle e conservare la tua virtù,
    o passeggiare con i Re, senza perdere il contatto con la gente comune,
    se non possono ferirti né i nemici né gli amici affettuosi,
    se per te ogni persona conta, ma nessuno troppo.
    Se riesci a riempire ogni inesorabile minuto
    dando valore a ognuno dei sessanta secondi,
    tua è la Terra e tutto ciò che contiene,
    e – cosa più importante – sarai un Uomo, figlio mio!
  • Gli auguri dell’innocenza
    (William Blake)
    Vedere un mondo in un grano di sabbia
    e un universo in un fiore di campo,
    possedere l’infinito sul palmo della mano
    e l’eternità in un’ora.
  • Presi un sorso di vita
    (Emily Dickinson)
    Presi un sorso di vita –
    Vi dirò quanto l’ho pagato –
    Esattamente un’esistenza –
    Il prezzo di mercato, dicevano.
    Mi pesarono, granello per granello –
    Bilanciarono fibra con fibra,
    Poi mi porsero il valore del mio essere –
    Un singolo grammo di cielo!
  • Desiderata
    (Max Ehrmann)
    Procedi con calma tra il frastuono e la fretta e ricorda quale pace possa esservi nel silenzio.
    Per quanto puoi, senza cedimenti, mantieniti in buoni rapporti con tutti.
    Esponi la tua opinione con tranquilla chiarezza e ascolta g li altri: pur se noiosi e incolti, hanno anch’essi una loro storia.
    Evita le persone volgari e prepotenti: costituiscono un tormento per lo spirito.
    Se insisti nel confrontarti con gli altri rischi di diventare borioso e amaro, perché sempre esister anno individui migliori e peggiori di te.
    Godi dei tuoi successi e anche dei tuoi progetti.
    Mantieni interesse per la tua professione, per quanto umile: essa costituisce un vero patrimonio nella mutevole fortuna del tempo.
    Usa prudenza nei tu oi affari, perché il mondo è pieno d’inganno.
    Ma questo non ti renda cieco a quanto vi è di virtù: molti sono coloro che perseguono alti ideali e dovunque la vita è colma di eroismo.
    Sii te stesso.
    Soprattutto non fingere negli affetti.
    Non o stentare cinismo verso l’amore, perché, pur di fronte a qualsiasi delusione e aridità, esso resta perenne come il sempreverde.
    Accetta docile la saggezza dell’età, lasciando con serenità le cose della giovinezza.
    Coltiva la forza la forza d’anim o, per difenderti nelle calamità improvvise.
    Ma non tormentarti con delle fantasie: molte paure nascono da stanchezza e solitudine.
    Al di là di una sana disciplina, sii tollerante con te stesso.
    Tu sei figlio dell’universo non meno degli a lberi e delle stelle, ed hai pieno diritto d’esistere.
    E, convinto o non convinto che tu ne sia, non v’è dubbio che l’universo si stia evolvendo a dovere.
    Perciò sta’ in pace con Dio, qualunque sia il concetto che hai di Lui.
    E quali che sian o i tuoi affanni e aspirazioni, nella chiassosa confusione dell’esistenza, mantieniti in pace col tuo spirito.
    Nonostante i tuoi inganni, travagli e sogni infranti, questo è pur sempre un mondo meraviglioso.
    Sii prudente.
    Sforzati d’essere felice.
  • La mia vita non è quest’ora ripida
    (Rainer Maria Rilke)
    La mia vita non è quest’ora ripida
    che mi vedi scalare in fretta.
    Sono un albero innanzi all’orizzonte,
    una delle mie molte bocche,
    e la prima a chiudersi.
    Sono l’attimo tra due suoni
    che male s’accordano
    perché il suono morte vuole emergere –
    Ma nella pausa buia si riconciliano
    entrambi tremando.
    E bello resta il canto.
  • Di tutto restano tre cose
    (Fernando Pessoa)
    Di tutto restano tre cose:
    la certezza che stiamo sempre iniziando,
    la certezza che abbiamo bisogno di continuare,
    la certezza che saremo interrotti prima di finire.
    Pertanto, dobbiamo fare:
    dell’interruzione,
    un nuovo cammino,
    della caduta,
    un passo di danza,
    della paura,una scala,
    del sogno,
    un ponte,
    del bisogno,
    un incontro.
  • Il cuore che ride
    (Charles Bukowski)
    La tua vita è la tua vita.
    Non lasciare che le batoste la sbattano nella cantina dell’arrendevolezza.
    Stai in guardia.
    Ci sono delle uscite.
    Da qualche parte c’è luce.
    Forse non sarà una gran luce ma la vince sulle tenebre.
    Stai in guardia.
    Gli dei ti offriranno delle occasioni.
    Riconoscile, afferrale.
    Non puoi sconfiggere la morte ma puoi sconfiggere la morte in vita, qualche volta.
    E più impari a farlo di frequente, più luce ci sarà.
    La tua vita è la tua vita.
    Sappilo finché ce l’hai.
    Tu sei meraviglioso gli dei aspettano di compiacersi in te.
  • Lentamente muore
    (Martha Medeiros)
    Lentamente muore
    chi diventa schiavo dell’abitudine,
    ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
    chi non cambia la marca,
    chi non rischia di vestire un colore nuovo,
    chi non parla a chi non conosce.
    Muore lentamente chi evita una passione,
    chi preferisce il nero al bianco
    e i puntini sulle “i”
    piuttosto che un insieme di emozioni,
    proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
    quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
    quelle che fanno battere il cuore
    davanti all’errore e ai sentimenti.
    Lentamente muore
    chi non capovolge il tavolo,
    chi è infelice sul lavoro,
    chi non rischia la certezza per l’incertezza
    per inseguire un sogno,
    chi non si permette
    almeno una volta nella vita
    di fuggire ai consigli sensati.
    Lentamente muore chi non viaggia,
    chi non legge,
    chi non ascolta musica,
    chi non trova grazia in sé stesso.
    Muore lentamente,
    chi distrugge l’amor proprio,
    chi non si lascia aiutare.
    Muore lentamente,
    chi passa i giorni a lamentarsi
    della propria sfortuna o della pioggia incessante.
    Lentamente muore,
    chi abbandona un progetto
    prima di iniziarlo,
    chi non fa domande
    sugli argomenti che non conosce,
    chi non risponde
    quando gli chiedono
    qualcosa che conosce.
    Evitiamo la morte a piccole dosi,
    ricordando sempre che essere vivo
    richiede uno sforzo
    di gran lunga maggiore
    del semplice fatto di respirare.
    Soltanto l’ardente pazienza porterà
    al raggiungimento
    di una splendida felicità.
  • Ama la vita
    (Madre Teresa di Calcutta)
    Ama la vita così com’è
    Amala pienamente, senza pretese;
    amala quando ti amano o quando ti odiano,
    amala quando nessuno ti capisce,
    o quando tutti ti comprendono.
    Amala quando tutti ti abbandonano,
    o quando ti esaltano come un re.
    Amala quando ti rubano tutto,
    o quando te lo regalano.
    Amala quando ha senso
    o quando sembra non averlo nemmeno un po’.
    Amala nella piena felicità,
    o nella solitudine assoluta.
    Amala quando sei forte,
    o quando ti senti debole.
    Amala quando hai paura,
    o quando hai una montagna di coraggio.
    Amala non soltanto per i grandi piaceri
    e le enormi soddisfazioni;
    amala anche per le piccolissime gioie.
    Amala seppure non ti dà ciò che potrebbe,
    amala anche se non è come la vorresti.
    Amala ogni volta che nasci
    ed ogni volta che stai per morire.
    Ma non amare mai senza amore.
    Non vivere mai senza vita!
  • Ogni vita converge a qualche centro
    (Emily Dickinson)
    Ogni vita converge a qualche centro,
    dichiarato o taciuto.
    Esiste in ogni cuore umano
    una mèta.
    Ch’esso forse osa appena riconoscere,
    troppo bella
    per rischiare l’audacia
    di credervi.
    Cautamente adorata come un fragile cielo,
    raggiungerla
    sarebbe impresa disperata come
    toccar la veste dell’arcobaleno.
    Ma più sicura quanto più distante
    per chi persevera:
    e come alto alla lenta pazienza
    dei santi è il cielo!
    Non l’otterrà forse la breve prova
    della vita, ma poi
    l’eternità rende ancora possibile
    l’ardente slancio.
  • Sprecare la vita
    (Charles Bukowski)
    Lamentele infime e triviali,
    costantemente ripetute,
    possono far ammattire un santo,
    per tacere di un bravo ragazzo qualunque (me)

    e il peggio è che chi si lamenta nemmeno si accorge di farlo
    a meno che non glielo dici
    e perfino se glielo dici non ci crede.
    E così non si conclude niente
    ed è solo un altro giorno sprecato,
    preso a calci,
    mutilato
    mentre il Buddha siede nell’angolo
    e sorride.
  • Tutto vale
    (Walt Whitman)
    Io credo che una foglia d’erba non valga affatto
    meno della quotidiana fatica delle stelle.
    E la formica è ugualmente perfetta, come un granello di sabbia,
    come l’uovo di uno scricciolo,
    E la piccola rana è un capolavoro pari a quelli più famosi,
    E il rovo rampicante potrebbe ornare i balconi del cielo.
    E la giuntura più piccola della mia mano qualsiasi meccanismo può deridere.
  • Cosa è la vita?
    (Samuel Taylor Coleridge)
    Somiglia la vita a ciò che un tempo era ritenuto di luce,
    Troppo ampio in se stesso per la vista umana?
    Un assoluto stesso – un elemento infondato –
    Tutto quello che vediamo, tutti i colori di tutta l’ombra
    Fatto dallo sconfinare dell’oscurità? –
    La vera vita non è diretta dalla coscienza?
    E tutti i pensieri, le pene, le gioie del respiro mortale,
    un abbraccio di guerra di vita e morte in lotta?
  • Amo tutto ciò che è stato
    (Fernando Pessoa)
    Amo tutto ciò che è stato,
    tutto quello che non è più,
    il dolore che ormai non mi duole,
    l’antica e erronea fede,
    l’ieri che ha lasciato dolore,
    quello che ha lasciato allegria
    solo perché è stato, è volato
    e oggi è già un altro giorno.
  • Miracoli
    (Walt Whitman)
    Perché la gente fa tanto caso ai miracoli?
    Per quanto mi riguarda io non conosco altro che miracoli,
    sia che passeggi per le vie di Manhattan,
    o levi il mio sguardo sopra i tetti, verso il cielo,
    o sguazzi coi piedi nudi lungo la spiaggia, proprio sul filo dell’acqua,
    o mi fermi sotto gli alberi, nei boschi,
    o parli, di giorno, con chi amo, o dorma, di notte, accanto a chi amo,
    o sieda a pranzare a un tavolo insieme ad altri,
    o getti uno sguardo agli estranei che viaggiano in tram di fronte a me,
    o spii le api che nei pomeriggi d’estate si affaccendano intorno all’alveare,
    o gli animali al pascolo nei campi,
    o gli uccelli, o gli straordinari insetti dell’aria,
    la meraviglia del tramonto, le stelle che brillano placide e luminose,
    o la delicata sottile curva della luna nuova in aprile;
    queste cose, e le altre, una e tutte, sono miracoli per me,
    a tutto si riferiscono anche se ognuna è distinta dalle altre,
    e al suo posto.
    È un miracolo per me ogni ora di luce e di buio,
    è un miracolo ogni centimetro cubo di spazio,
    ogni metro della superficie terrestre è impregnato di miracolo,
    formicola di miracoli ogni centimetro del sottosuolo.
    Il mare è per me un miracolo senza fine,
    i pesci che nuotano – gli scogli – il moto delle onde –
    le navi che portano gli uomini,
    quali i miracoli più strani di questi?
  • Sii paziente
    (Rainer Maria Rilke)
    Sii paziente verso tutto ciò
    che è irrisolto nel tuo cuore e…
    cerca di amare le domande, che sono simili a
    stanze chiuse a chiave e a libri scritti
    in una lingua straniera.
    Non cercare ora le risposte che possono esserti date
    poichè non saresti capace di convivere con esse.
    E il punto è vivere ogni cosa. Vivere le domande ora.
    Forse ti sarà dato, senza che tu te ne accorga,
    di vivere fino al lontano
    giorno in cui avrai la risposta.
  • La madre al figlio
    (Langston Hughes)
    Bene, figliolo, te lo dirò:
    la vita per me non è stata una scala di cristallo.
    Ci furono chiodi
    e schegge
    ed assi sconnesse,
    e tratti senza tappeti sul pavimento
    nudi.
    Ma per tutto il tempo
    seguitai a salire
    e raggiunsi i pianerottoli,
    e voltai angoli
    e qualche volta camminai nel buio
    dove non era spiraglio di luce.
    Così, ragazzo, non tornare indietro.
    Non fermarti sui gradini
    perché trovi ardua l’ascesa.
    Non cadere ora
    perché io vado avanti, amor mio,
    continuo a salire
    e la vita per me non è stata una scala di cristallo.
  • Vivo al peccato, a me morendo vivo
    (Michelangelo Buonarroti)
    Vivo al peccato, a me morendo vivo;
    vita già mia non son, ma del peccato:
    mie ben dal ciel, mie mal da me m’è dato,
    dal mie sciolto voler, di ch’io son privo.
    Serva mie libertà, mortal mie divo
    a me s’è fatto. O infelice stato!
    a che miseria, a che viver son nato!

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