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Frasi di Tacito in Latino: le 25 più belle (con immagini)

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Ultimo aggiornamento: 10 Novembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Frasi di Tacito
Ritratto di Publio Cornelio Tacito (S. Freeman)

Publio Cornelio Tacito è stato uno dei più grandi storici dell’antica Roma. Nato a Roma intorno al 55 d.C., ha scritto numerose opere, tra cui le “Historiae“ e gli “Annales”.

Le sue opere sono state molto importanti per la ricostruzione storica dell’epoca romana, in particolare per il periodo che va dalla morte di Augusto alla fine del I secolo d.C. Uno dei temi principali che si possono ritrovare è quello della corruzione del potere.

Qui di seguito la nostra selezione delle più belle e famose frasi di Publio Cornelio Tacito in latino che ce ne restituiscono il pensiero e lo spirito critico. Eccole!

Aforismi, citazioni e frasi di Publio Cornelio Tacito in latino (con traduzione)

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  • Corruptissima re publica plurimae leges.
    Moltissime sono le leggi quando lo Stato è corrotto.
  • Honesta mors turpi vita potior.
    Una morte onorevole è meglio di una vita disonorevole.
  • Una morte onorevole è meglio di una vita disonorevole.
  • Cupido dominandi cunctis adfectibus flagrantior est.
    La brama di potere, per dominare gli altri, infiamma il cuore più di ogni altra passione.
  • Avaritia et adrogantia, praecipua validiorum vitia.
    Avarizia e arroganza, vizi speciali dei più forti.
  • Tanto proclivius est iniuriae quam beneficio vicem exolvere, quia gratia oneri, ultio in quaestu habetur.
    È molto più facile ricambiare un’offesa che un favore: la gratitudine è un peso, mentre la vendetta è un piacere.
  • Omne ignotum pro magnifico.
    Tutto ciò che è sconosciuto è sublime.
  • Pessimum inimicorum genus, laudantes.
    La peggior razza di nemici è quella degli adulatori.
  • Populi imperium iuxta libertatem, paucorum dominatio regiae libidini propior est.
    Il potere del popolo tende alla libertà, quello dei pochi al dispotismo.
  • Sine ira et studio.
    Senza ira o parzialità.
  • Nam beneficia eo usque laeta sunt, dum videntur exsolvi posse: ubi multum antevenere, pro gratia odium redditur.
    I favori sono graditi fino a quando ci si crede capaci di sdebitarsi, ma quando divengono eccessivi anziché gratitudine suscitano odio.
  • Faciliore inter malos consensus ad bellum quam in pacem ad concordiam.
    Fra i malvagi è più facile accordarsi per la guerra che esser concordi in pace.
  • Exercitatio artem paravit.
    L’esercizio procura la destrezza.
  • Acerrima proximorum odia sunt.
    Gli odi tra parenti sono i più accaniti.
  • Fides, libertas, amicitia, praecipua humani animi bona.
    La fede, la libertà, l’amicizia, sono i principali beni dell’animo umano.
  • La fede, la libertà, l'amicizia, sono i principali beni dell'animo umano.
  • Rara temporum felicitas, ubi sentire quae velis, et quae sentias dicere licet.
    Rara è la felicità dei tempi in cui è lecito pensare ciò che vuoi, e dire ciò che pensi.
  • Vitia erunt, donec homines.
    Finché vi saranno uomini, vi saranno vizi.
  • Inter turbas et discordias pessimo cuique plurima vis, pax et quies bonis artibus indigent.
    Fra gli imbrogli e le discordie chi più è malvagio, più può.
  • Quae fato manent, quamvis significata, non vitantur.
    Ciò che ti attende per destino, anche se svelato, non si evita.
  • Omnia quae nunc vetustissima creduntur, nova fuere.
    Tutte le cose che ora si credono antichissime, un tempo furono nuove.
  • Felicitas in socordiam vertit.
    La felicità rende l’uomo pigro.
  • Est vulgus cupiens voluptatum et, si eodem princeps trahat, laetum.
    Il volgo, sempre avido di divertimenti e tanto più esultante se riscontra nel principe i suoi stessi gusti.
  • Etiam sapientibus cupido gloriae novissima exuitur.
    La passion per la gloria è l’ultima di cui si spogliano anche i sapienti.
  • Nihil rerum mortalium tam instabile ac fluxum est quam fama potentiae non sua vi nixa.
    Non c’è cosa tanto instabile e passeggera a questo mondo quanto la reputazione d’un potere che si fonda su forze non sue.
  • Deos fortioribus adesse.
    Gli dei stanno coi più forti.
  • Velocitas iuxta formidinem, cunctatio proprior constantiae est.
    La velocità si accosta alla paura, la lentezza è più vicina alla costanza.
  • Mortem omnibus ex natura aequalem oblivione apud posteros vel gloria distingui; ac si nocentem innocentemque idem exitus maneat, acrioris viri esse merito perire.
    La morte, che da natura è a tutti sorte comune, si distingue presso i posteri in gloria e in oblio; e se una medesima sorte attende il buono e il reo, tocca ai coraggiosi morir per un fine.
  • Romani, quorum superbiam frustra per obsequium ac modestiam effugias. Raptores orbis, postquam cuncta vastantibus defuere terrae, et mare scrutantur; si locuples hostis est, avari, si pauper, ambitiosi, quos non Oriens, non Occidens satiaverit: soli omnium opes atque inopiam pari adfectu concupiscunt. Auferre, trucidare, rapere falsis nominibus imperium, atque ubi solitudinem faciunt, pacem appellant.
    I Romani, la cui arroganza invano cercheresti di evitare tramite l’ossequio e la moderazione. Predatori del mondo intero, adesso che mancano terre alla loro sete di totale devastazione vanno a frugare anche il mare. Avidi se il nemico è ricco e arroganti se è povero. Gente che né l’oriente né l’occidente possono saziare. Solo loro bramano possedere con pari smania ricchezza e miseria. Rubano, massacrano, rapinano, e con falso nome lo chiamano impero. Laddove fanno il deserto, lo chiamano pace.

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