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15 Poesie della Buonanotte da dedicare

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Ultimo aggiornamento: 18 Novembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Poesie della Buonanotte

Un modo particolarmente piacevole per andare a dormire è viaggiando con i nostri pensieri tra le parole e i pensieri di grandi poeti.

Le poesie sono infatti un mezzo antico per trasportarci con la mente in mondi magici e lontani.

Qui di seguito la nostra selezione delle più belle e famose poesie della buonanotte che ci accompagneranno al meglio tra le braccia di Morfeo. Eccole!

Poesie della buonanotte

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  • Buonanotte a te
    (Charles Bukowski)
    Buonanotte a te che in questo momento
    dovresti essere qui e non chissà dove.
    Buonanotte a chi anche stanotte
    si perderà tra le lacrime e i pensieri.
    Buonanotte a chi ha sperato, lottato
    a chi ha tirato fuori le unghie ma comunque ha perso.
    Buonanotte a me, che ti aspetto e prego ogni sera per vederti tornare.
    Buonanotte ai codardi, ai “lo faccio per te”,
    a chi ha deposto i sogni nel cassetto,
    a chi è caduto ma ha avuto la forza e il coraggio di rialzarsi.
    A chi non vuole occhi diversi.
    A chi non ci riesce, a chi ci prova ma è dura,
    a chi soffre in silenzio, a chi ride ma sta male,
    a chi non riesce a camminare,
    a chi è stato lasciato,
    a chi ha il cuore spezzato.
    Buonanotte, che poi questa notte di buono non ha nulla.
    E resterò sveglio a pensarti, a immaginarti
    a chiedermi come stai, cosa fai, se sorridi, se sei felice, se ti manco, se stai bene anche senza di me.
    Chi ti scalda la notte, chi ti guarda dormire,
    chi ti sorride così dal nulla.
    E non so, ma ho paura.
    Perché la notte diventiamo più deboli,
    perché la notte cadiamo, i pensieri vanno veloci e le lacrime scendono.
    Dove sei, con chi sei, mi manchi.
  • La tartaruga
    (Trilussa)
    Mentre una notte se n’annava a spasso,
    la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
    de la gamba e cascò giù
    cò la casa vortata sottoinsù.
    Un rospo je strillò: “Scema che sei!
    Queste sò scappatelle che costeno la pelle…”
    “lo sò” rispose lei “ma prima de morì,
    vedo le stelle”.
  • Tienimi per mano
    (Hermann Hesse)
    Tienimi per mano al tramonto,
    quando la luce del giorno si spegne e l’oscurità fa scivolare il suo drappo di stelle…
    Tienila stretta quando non riesco a viverlo questo mondo imperfetto…
    Tienimi per mano…
    portami dove il tempo non esiste…
    Tienila stretta nel difficile vivere.
    Tienimi per mano…
    nei giorni in cui mi sento disorientato…
    cantami la canzone delle stelle dolce cantilena di voci respirate…
    Tienimi la mano,
    e stringila forte prima che l’insolente fato possa portarmi via da te…
    Tienimi per mano e non lasciarmi andare…
    mai…
  • Tenetevi stretti i sogni
    (Langston Hughes)
    Tenetevi stretti ai sogni
    perché se i sogni muoiono
    la vita è un uccello con le ali spezzate
    che non può volare.
    Tenetevi stretti ai sogni
    perché quando i sogni se ne vanno
    la vita è un campo arido
    gelato dalla neve.
  • Guarda le stelle
    (Evgenij Abramovič Baratynskij)
    Guarda le stelle: molte ardono
    Nel silenzio della notte
    E splendono attorno alla luna
    Nell’azzurro del cielo.
    Guarda le stelle: tra esse ce n’è una
    A me più cara di ogni altra.
    Per quale ragione? Si alza per prima
    O brilla più vivida?
    No! Il suo lume conforta cuori amici
    Costretti a separarsi,
    e i loro occhi si incontrano in lei,
    lassù in alto nell’azzurrità.
    Appena la vedi apparire nel cielo,
    ti guarda pensosa anch’essa,
    e il suo sguardo risponde al tuo
    e teneramente riarde.
    Nel turchino della notte non stacchiamo
    I nostri occhi da lei:
    la seguiamo dalla terra al cielo
    e dal cielo alla terra.
    E tu, hai già scelto la tua stella?
    Nel silenzio della notte
    Molte splendono e ardono
    Nell’azzurro del cielo.
    Non affidare il tuo cuore alla prima
    Che vedi a te davanti,
    non dir tua, futile in amore,
    la più fulgida di tutte,
    ma chiama invece tua solo la stella
    che guarda pensierosa,
    e il cui sguardo risponde al tuo
    e teneramente riarde.
  • Vi auguro sogni a non finire
    (Jacques Brel)
    Vi auguro sogni a non finire e la voglia furiosa di realizzarne alcuni.
    Vi auguro di amare ciò che si deve amare e di dimenticare ciò che si deve dimenticare.
    Vi auguro passioni, vi auguro silenzi.
    vi auguro il canto degli uccelli al risveglio e le risate dei bambini.
    Vi auguro di rispettare le differenze degli altri, perché il merito e il valore di ognuno spesso è nascosto.
    Vi auguro di resistere alla stagnazione, all’indifferenza, alle virtù negative della nostra epoca.
    Vi auguro, infine, di non rinunciare mai alla ricerca, all’avventura, alla vita, all’amore, perché la vita è una magnifica avventura e nessuno dovrebbe rinunciarvi, senza combattere una dura battaglia.
    Vi auguro soprattutto di essere voi stessi, fieri di esserlo e felici, perché la felicità è il nostro vero destino.
  • Così vanno le stelle
    (Hermann Hesse)
    Così per la lor via vanno le stelle,
    incomprese, immutabili!
    Tu, mentre noi ci dibattiamo in vincoli,
    di luce in luce ascendi.
    Tu, la cui vita è tutta di splendore!
    E se dalle mie tenebre
    devo tendere a te braccia nostalgiche
    sorridi e non m’intendi.
  • È l’ora
    (George Gordon Byron)
    È l’ora in cui s’ode tra i rami
    La nota acuta dell’usignolo;
    È l’ora in cui i voti degli amanti
    Sembrano dolci in ogni parola sussurrata
    E i venti miti e le acque vicine
    Sono musica all’orecchio solitario.
    Lieve rugiada ha bagnato ogni fiore
    E in cielo sono spuntate le stelle
    E c’è sull’onda un azzurro più profondo
    E nei Cieli quella tenebra chiara,
    Dolcemente oscura e oscuramente pura,
    Che segue al declino del giorno mentre
    Sotto la luna il crepuscolo si perde.
  • La mia sera
    (Giovanni Pascoli)
    Il giorno fu pieno di lampi;
    ma ora verranno le stelle,
    le tacite stelle. Nei campi
    c’è un breve gre gre di ranelle.
    Le tremule foglie dei pioppi
    trascorre una gioia leggiera.
    Nel giorno, che lampi! che scoppi!
    Che pace, la sera!
    Si devono aprire le stelle
    nel cielo sì tenero e vivo.
    Là, presso le allegre ranelle,
    singhiozza monotono un rivo.
    Di tutto quel cupo tumulto,
    di tutta quell’aspra bufera,
    non resta che un dolce singulto
    nell’umida sera.
    È, quella infinita tempesta,
    finita in un rivo canoro.
    Dei fulmini fragili restano
    cirri di porpora e d’oro.
    O stanco dolore, riposa!
    La nube nel giorno più nera
    fu quella che vedo più rosa
    nell’ultima sera.
    Che voli di rondini intorno!
    che gridi nell’aria serena!
    La fame del povero giorno
    prolunga la garrula cena.
    La parte, sì piccola, i nidi
    nel giorno non l’ebbero intera.
    Né io… e che voli, che gridi,
    mia limpida sera!
    Don… Don… E mi dicono, Dormi!
    mi cantano, Dormi! sussurrano,
    Dormi! bisbigliano, Dormi!
    là, voci di tenebra azzurra…
    Mi sembrano canti di culla,
    che fanno ch’io torni com’era…
    sentivo mia madre… poi nulla…
    sul far della sera.
  • Anche la notte ti somiglia
    (Cesare Pavese)
    Anche la notte ti somiglia,
    la notte remota che piange
    muta, dentro il cuore profondo,
    e le stelle passano stanche.
    Una guancia tocca una guancia
    è un brivido freddo, qualcuno
    si dibatte e t’implora, solo,
    sperduto in te, nella tua febbre.
    La notte soffre e anela l’alba,
    povero cuore che sussulti.
    O viso chiuso, buia angoscia,
    febbre che rattristi le stelle,
    c’è chi come te attende l’alba
    scrutando il tuo viso in silenzio.
    Sei distesa sotto la notte
    come un chiuso orizzonte morto.
    Povero cuore che sussulti,
    un giorno lontano eri l’alba.
  • La notte è silenziosa
    (Kahlil Gibran)
    La notte è silenziosa
    e nell’abito del suo silenzio
    si nascondono i sogni.
    La luna è spuntata
    e per la luna occhi
    che controllano i giorni.
    O figlia dei campi,
    vieni per visitare
    la vigna degli innamorati.
    Può darsi che spegneremo
    con quel nettare
    la scottatura degli amori.
    Ascolta l’usignolo
    dei prati fioriti,
    che diffonde la sua musica
    in uno spazio immenso, nel quale
    le colline hanno soffiato
    gli odori dei loro fiori!
    O mia giovane, non temere
    poiché le alte stelle
    serbano i misteri,
    e la nebbia della notte
    in quella vigna ferace vela i suoi segreti.
    Non temere la strega, essa dorme ubriaca
    nella sua taverna magica
    e il Re dei Ginn,
    se passerà andrà via
    poiché l’amore lo incanta.
    Egli è innamorato come me,
    come potrà svelare
    i segreti del suo cuore?
  • Tramontata è la luna
    (Saffo)
    Tramontata è la luna
    e le Pleiadi a mezzo della notte
    anche giovinezza già dilegua,
    e ora nel mio letto resto sola.
    Scuote l’anima mia Eros,
    come vento sul monte
    che irrompe entro le querce;
    e scioglie le membra e le agita,
    dolce amara indomabile belva.
    Ma a me non ape, non miele;
    e soffro e desidero.
  • Quando spunta la luna
    (Federico García Lorca)
    Quando spunta la luna
    tacciono le campane
    e i sentieri sembrano
    impenetrabili
    Quando spunta la luna
    il mare copre la terra
    e il cuore diventa
    isola nell’infinito
    Nessuno mangia arance
    sotto la luna piena
    Bisogna mangiare
    frutta verde e gelata
    Quando spunta la luna
    dai cento volti uguali,
    la moneta d’argento
    singhiozza nel taschino.
  • Rose nella notte
    (Pierre Louÿs)
    Quando la notte sale al cielo, il mondo
    è nostro e degli dei. Dai campi alla sorgente,
    dai boschi scuri alle radure andiamo
    seguendo i piedi nudi.
    Alle piccole ombre che noi siamo
    basta la luce delle piccole stelle.
    Talvolta, sotto i rami bassi, troviamo
    cerve addormentate.
    Ma nella notte più bella di ogni cosa
    c’è un luogo che noi soli conosciamo,
    e ci attira al di là della foresta:
    un cespuglio di rose misteriose.
    Niente al mondo è divino come
    il profumo delle rose di notte. Perché
    quando ero sola non ne venivo
    inebriata?
  • Sulla Luna
    (Gianni Rodari)
    Sulla Luna, per piacere,
    non mandate un generale:
    ne farebbe una caserma
    con la tromba e il caporale.
    Non mandateci un banchiere
    sul satellite d’argento,
    o lo mette in cassaforte
    per mostrarlo a pagamento.
    Non mandateci un ministro
    col suo seguito di uscieri:
    riempirebbe di scartoffie
    i lunatici crateri.
    Ha da essere un poeta
    sulla Luna ad allunare:
    con la testa nella Luna
    lui da un pezzo ci sa stare…
    A sognar i più bei sogni
    è da un pezzo abituato:
    sa sperare l’impossibile
    anche quando è disperato.
    Or che i sogni e le speranze
    si fan veri come fiori,
    sulla Luna e sulla Terra
    fate largo ai sognatori!

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