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Poesie sulle Nuvole: le 10 più belle e famose

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Ultimo aggiornamento: 13 Novembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Poesie sulle Nuvole

Le nuvole sono un elemento naturale in continuo movimento, capace di disegnare nel cielo forme e fantasie spettacolari.

Che portino pioggia, che nascondano il sole o che rovinino la quiete di un bel cielo azzurro, sono una metafora perfetta per chi vuole scrivere una poesia.

Ecco quindi le più belle poesie sulle nuvole che ne sottolineano la bellezza e il significato simbolico. Scoprile subito!

Poesie sulle nuvole

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  • Lo straniero
    (Charles Baudelaire)
    – Dimmi, enigmatico uomo, chi ami di più? tuo padre, tua madre, tua sorella o tuo fratello?
    – Non ho né padre, né madre, né sorella, né fratello.
    – I tuoi amici?
    – Usate una parola il cui senso mi è rimasto fino ad oggi sconosciuto.
    – La patria?
    – Non so sotto quale latitudine si trovi.
    – La bellezza?
    – L’amerei volentieri, ma dea e immortale.
    – L’oro?
    – Lo odio come voi odiate Dio.
    – Ma allora che cosa ami, meraviglioso straniero?
    – Amo le nuvole… Le nuvole che passano… laggiù… Le meravigliose nuvole!
  • Una nuvola in cielo
    (Cesare Pavese)
    Compare una nube
    soda e bianca, che indugia, nel quadrato del cielo.
    Scorge case stupite e colline, ogni cosa
    che traspare nell’aria, vede uccelli smarriti
    scivolare nell’aria. Viandanti tranquilli
    vanno lungo quel fiume e nessuno s’accorge
    della piccola nube.
  • Piccola nuvola di primavera
    (Ugo Betti)
    Dopo l’acquata le nuvole, pronte,
    pigliano il volo, scavalcano il monte.
    Or con la gonna di velo sottile
    la più pigra si impiglia al campanile.
    “Lasciami con codesta banderuola,
    mi strappi tutta! Son rimasta sola!”
    Ma il campanaro senza discrezione
    le risponde col campanone!
    Che sobbalzo, che sgomento!
    Per fortuna c’era il vento
    che con tutta galanteria
    la piglia e se la porta via.
    La porta a spasso lieve lieve
    sul torrente, sulla pieve;
    tutto il mondo le fa vedere,
    tetti rossi, maggesi nere…
    E che brillio di vetri e foglie!
    Quanti bambini lungo il rio!
    Quante vecchie sulle soglie!
    Che festa, che chiacchierio!
    Bimbi e rondini a strillare,
    e bucati a salutare,
    e ragazze alla finestra…
    e il poeta a stillarsi la testa!
    O primavera, uccelletto fuggitivo,
    tu canti, io scrivo.
  • Poco mi serve
    (Velimir Chlebnikov)
    Poco mi serve.
    Una crosta di pane,
    un ditale di latte,
    e questo cielo
    e queste nuvole.
  • Con l’avallo delle nuvole
    (Hilde Domin)
    Ho nostalgia di una terra
    in cui non sono mai stata,
    dove tutti gli alberi e i fiori
    mi conoscono,
    dove non vado mai,
    dove però le nuvole
    si ricordano bene
    di me,
    straniera,
    che non ha casa in cui piangere.
    Vado
    verso un’isola senza porto,
    butto in mare le chiavi
    già alla partenza.
    Non arrivo da nessuna parte.
    La mia tela è come una ragnatela al vento,
    ma non si strappa.
    E oltre l’orizzonte,
    dove i grandi uccelli
    asciugano le ali al sole
    alla fine del volo,
    c’è una terra
    dove mi si deve accettare
    senza passaporto,
    con l’avallo delle nuvole.
  • La mattina è gonfia di tempesta
    (Pablo Neruda)
    La mattina è gonfia di tempesta
    nel cuore dell’estate.
    Come bianchi fazzoletti d’addio viaggiano le nubi,
    il vento le scuote con le sue mani peregrine.
    Cuore infinito del vento
    che palpita sul nostro silenzio innamorato.
    E ronza tra gli alberi, orchestrale e divino,
    come una lingua piena di guerre e di canti.
    Vento che rapina fulmineo le foglie secche
    e devia le frecce palpitanti degli uccelli.
    Vento che le travolge in onda senza spuma
    e sostanza senza peso, e fuochi inclinati.
    Si rompe e sommerge il suo volume di baci
    combattuto sulla porta del vento dell’estate.
  • Le nubi di tanto in tanto
    (Matsuo Bashō)
    Le nubi di tanto in tanto
    ci danno riposo
    mentre guardiamo la luna.
  • Pioggia d’Aprile
    (Luigi Pirandello)
    Attoniti, dai nidi
    nuovi, sui vecchi tetti
    guardano gli uccelletti.
    mettendo acuti gridi,
    cadere l’invocata
    pioggia di mezzo aprile.
    Tu dietro la vetrata,
    dalla finestra bassa
    come lor guardi e ridi.
    È nuvola che passa.
  • Sul mare la nuvola rossastra
    (Nazim Hikmet)
    Sul mare la nuvola rossastra
    in mare il battello d’argento
    dentro il mare il pesce giallo
    in fondo al mare il muschio blu.
    Sulla riva del mare un uomo nudo pensa
    devo essere la nuvola
    oppure il battello
    devo essere il pesce
    oppure il muschio.
    Né l’uno né l’altro
    né l’uno né l’altro.
    Devi essere il mare, vecchio mio,
    con la sua nuvola
    il suo battello
    il suo pesce
    e il suo muschio.
  • Canzone
    (Cesare Pavese)
    Le nuvole sono legate alla terra ed al vento.
    Fin che ci saran nuvole sopra Torino
    sarà bella la vita. Sollevo la testa
    e un gran gioco si svolge lassù sotto il sole.
    Masse bianche durissime e il vento vi circola
    tutto azzurro – talvolta le disfa
    e ne fa grandi veli impregnati di luce.
    Sopra i tetti, a migliaia le nuvole bianche
    copron tutto, la folla, le pietre e il frastuono.
    Molte volte levandomi ho visto le nuvole
    trasparire nell’acqua limpida di un catino.
    Anche gli alberi uniscono il cielo alla terra.
    Le città sterminate somiglian foreste
    dove il cielo compare su su, tra le vie.
    Come gli alberi vivi sul Po, nei torrenti
    così vivono i mucchi di case nel sole.
    Anche gli alberi soffrono e muoiono sotto le nubi
    l’uomo sanguina e muore, – ma canta la gioia
    tra la terra ed il cielo, la gran meraviglia
    di città e di foreste. Avrò tempo domani
    a rinchiudermi e stringere i denti. Ora tutta la vita
    son le nubi e le piante e le vie, perdute nel cielo.

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