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Poesie sulle Stelle: le 15 più belle e romantiche

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Ultimo aggiornamento: 13 Novembre 2024
Di: Luca Carlo Ettore Pepino
Poesie sulle Stelle

Le stelle sono uno di quegli elementi naturali che ha da sempre affascinato ed emozionato gli esseri umani.

Non per niente, su di esse sono state formulate religioni, credenze, miti e leggende. Ma anche poesie.

Ecco quindi le più belle e romantiche poesie sulle stelle che siano mai state scritte. Scoprile subito!

Poesie sulle stelle

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  • Le stelle
    (Edith Irene Södergran)
    Quando viene la notte,
    io sto sulla scala e ascolto,
    le stelle sciamano in giardino
    ed io sto nel buio.
    Senti, una stella è caduta risuonando!
    Non andare a piedi nudi sull’erba,
    il mio giardino è pieno di schegge.
  • Morale siderale
    (Friedrich Nietzsche)
    Predestinata a un’orbita stellare
    che t’importa, o stella, del buio?
    Rotea beata attraverso questo tempo!
    La sua miseria ti sia estranea e distante!
    Del mondo più distante è il tuo bagliore:
    la compassione sia per te un peccato!
    Per te vale un comandamento solo: sii pura!
  • La stella della sera
    (Edgar Allen Poe)
    L’estate era al suo meriggio,
    e la notte al suo colmo;
    e ogni stella, nella sua propria orbita,
    brillava pallida, pur nella luce
    della luna, che più lucente e più fredda,
    dominava tra gli schiavi pianeti,
    nei cieli signora assoluta –
    e, col suo raggio, sulle onde.
    Per un poco io fissai
    il suo freddo sorriso;
    oh, troppo freddo – troppo freddo per me!
    Passò, come un sudario,
    una nuvola lanugiosa,
    e io allora mi volsi a te
    orgogliosa stella della sera,
    alla tua remota fiamma,
    più caro avendo il tuo raggio;
    giacché più mi allieta
    l’orgogliosa parte
    che in cielo svolgi a notte,
    e di più io ammiro
    il tuo fuoco distante
    che non quella fredda, consueta luce.
  • Alla stella
    (Mihai Eminescu)
    Fino alla stella ch’è sorta
    la strada è tanto lunga,
    che mille anni la luce
    ha impiegato a percorrerla.
    Forse da secoli s’è spenta
    nelle azzurre lontananze,
    e solo ora il suo raggio
    rifulse agli occhi nostri.
    L’immagine della stella ch’è morta
    lenta sul cielo ascende.
    Viveva quando non si vedeva,
    oggi la vediamo ed è morta.
    Così quando l’amor nostro
    muor nella notte fonda,
    la luce della spenta passione
    ci accompagna ancora.
  • La stella ha pianto rosa
    (Arthur Rimbaud)
    La stella ha pianto rosa al cuore delle sue orecchie,
    L’infinito è rotolato bianco dalla tua nuca alle reni
    Il mare è imperlato rosso alle tue mamme vermiglie
    E l’Uomo ha sanguinato nero al tuo fianco sovrano.
  • Così vanno le stelle
    (Hermann Hesse)
    Così per la lor via vanno le stelle,
    incomprese, immutabili!
    Tu, mentre noi ci dibattiamo in vincoli,
    di luce in luce ascendi.
    Tu, la cui vita è tutta di splendore!
    E se dalle mie tenebre
    devo tendere a te braccia nostalgiche
    sorridi e non m’intendi.
  • La mia sera
    (Giovanni Pascoli)
    Il giorno fu pieno di lampi;
    ma ora verranno le stelle,
    le tacite stelle. Nei campi
    c’è un breve gre gre di ranelle.
    Le tremule foglie dei pioppi
    trascorre una gioia leggiera.
    Nel giorno, che lampi! che scoppi!
    Che pace, la sera!
    Si devono aprire le stelle
    nel cielo sì tenero e vivo.
    Là, presso le allegre ranelle,
    singhiozza monotono un rivo.
    Di tutto quel cupo tumulto,
    di tutta quell’aspra bufera,
    non resta che un dolce singulto
    nell’umida sera.
    È, quella infinita tempesta,
    finita in un rivo canoro.
    Dei fulmini fragili restano
    cirri di porpora e d’oro.
    O stanco dolore, riposa!
    La nube nel giorno più nera
    fu quella che vedo più rosa
    nell’ultima sera.
    Che voli di rondini intorno!
    che gridi nell’aria serena!
    La fame del povero giorno
    prolunga la garrula cena.
    La parte, sì piccola, i nidi
    nel giorno non l’ebbero intera.
    Né io… e che voli, che gridi,
    mia limpida sera!
    Don… Don… E mi dicono, Dormi!
    mi cantano, Dormi! sussurrano,
    Dormi! bisbigliano, Dormi!
    là, voci di tenebra azzurra…
    Mi sembrano canti di culla,
    che fanno ch’io torni com’era…
    sentivo mia madre… poi nulla…
    sul far della sera.
  • Fulgida stella
    (John Keats)
    Fulgida stella, come tu lo sei
    fermo foss’io, però non in solingo
    splendore alto sospeso nella notte
    con rimosse le palpebre in eterno
    a sorvegliare come paziente
    ed insonne Romito di natura
    le mobili acque in loro puro ufficio
    sacerdotale di lavacro intorno
    ai lidi umani della terra, oppure
    guardar la molle maschera di neve
    quando appena coprì monti e pianure.
    No, – eppure sempre fermo, sempre senza
    mutamento sul vago seno in fiore
    dell’amor mio, come guanciale; sempre
    sentirne il su e giù soave d’onda, sempre
    desto in un dolce eccitamento
    a udire sempre sempre il suo respiro
    attenuato, e così viver sempre,
    – o se no, venir meno nella morte.
  • La tartaruga
    (Trilussa)
    Mentre una notte se n’annava a spasso,
    la vecchia tartaruga fece er passo più lungo
    de la gamba e cascò giù
    cò la casa vortata sottoinsù.
    Un rospo je strillò: “Scema che sei!
    Queste sò scappatelle che costeno la pelle…”
    “lo sò” rispose lei “ma prima de morì,
    vedo le stelle”.
  • In barca
    (David Herbert Lawrence)
    Vedi le stelle, amore,
    Ancor più chiare nell’acqua e splendenti
    Di quelle sopra a noi, e più bianche
    Come ninfee!
    Ombre lucenti di stelle, amore:
    Quante stelle sono nella tua coppa?
    Quante riflesse nella tua anima?
    Solo le mie, amore, le mie soltanto?
    Guarda, quando i remi muovo,
    Come deformate s’agitano
    Le stelle, e vengon disperse!
    Perfino le tue, lo vedi?
    Rovesciano le stelle le acque
    Acque povere, inquiete, abbandonate…!
    Dici, amore, che non viene scosso il cielo
    E immobili son le sue stelle?
    Là! hai visto
    Quella scintilla volare su di noi? Le stelle
    In cielo neanche son sicure.
    E di me, che sarà, amore, di me?
    Cosa sarà, amore, se presto
    La tua stella fosse lanciata sopra un’onda?
    Sembrerebbero le tenebre un sepolcro?
    Svaniresti tu, amore, svaniresti?
  • Le stelle intorno alla luna bella
    (Saffo)
    Le stelle intorno alla luna bella
    nascondono di nuovo l’aspetto luminoso,
    quando essa, piena, di più risplende
    sulla terra…
  • Disgelo
    (Sergéj Aleksándrovič Esénin)
    Dalla palude giunge il grido dell’airone
    il chiaro gorgoglìo dell’acqua.
    E dalle nuvole occhieggia,
    come una goccia, una stella solitaria.
  • Cercavo te nelle stelle
    (Primo Levi)
    Cercavo te nelle stelle
    quando le interrogavo bambino.
    Ho chiesto te alle montagne,
    ma non mi diedero che poche volte
    solitudine e breve pace.
    Perché mancavi, nelle lunghe sere
    meditai la bestemmia insensata
    che il mondo era uno sbaglio di Dio,
    io uno sbaglio del mondo.
    E quando, davanti alla morte,
    ho gridato di no da ogni fibra,
    che non avevo ancora finito,
    che troppo ancora dovevo fare,
    era perché mi stavi davanti,
    tu con me accanto, come oggi avviene,
    un uomo una donna sotto il sole.
    Sono tornato perché c’eri tu.
  • Stella mia
    (Clemente Rebora)
    Leggiadro vien nell’onda della sera
    un solitario palpito di stella.
    A poco a poco una nube leggera
    le chiude sorridendo la pupilla;
    e mentre passa con veli e con piume,
    nel grande azzurro tremule faville
    nascono a sciami, nascono a ghirlande,
    son nate in cento, son nate in mille:
    ma più io non ti vedo, stella mia.
  • Tutto vale
    (Walt Whitman)
    Io credo che una foglia d’erba non valga affatto
    meno della quotidiana fatica delle stelle.
    E la formica è ugualmente perfetta, come un granello di sabbia,
    come l’uovo di uno scricciolo,
    E la piccola rana è un capolavoro pari a quelli più famosi,
    E il rovo rampicante potrebbe ornare i balconi del cielo.
    E la giuntura più piccola della mia mano qualsiasi meccanismo può deridere.
  • Guarda le stelle
    (Evgenij Abramovič Baratynskij)
    Guarda le stelle: molte ardono
    Nel silenzio della notte
    E splendono attorno alla luna
    Nell’azzurro del cielo.
    Guarda le stelle: tra esse ce n’è una
    A me più cara di ogni altra.
    Per quale ragione? Si alza per prima
    O brilla più vivida?
    No! Il suo lume conforta cuori amici
    Costretti a separarsi,
    e i loro occhi si incontrano in lei,
    lassù in alto nell’azzurrità.
    Appena la vedi apparire nel cielo,
    ti guarda pensosa anch’essa,
    e il suo sguardo risponde al tuo
    e teneramente riarde.
    Nel turchino della notte non stacchiamo
    I nostri occhi da lei:
    la seguiamo dalla terra al cielo
    e dal cielo alla terra.
    E tu, hai già scelto la tua stella?
    Nel silenzio della notte
    Molte splendono e ardono
    Nell’azzurro del cielo.
    Non affidare il tuo cuore alla prima
    Che vedi a te davanti,
    non dir tua, futile in amore,
    la più fulgida di tutte,
    ma chiama invece tua solo la stella
    che guarda pensierosa,
    e il cui sguardo risponde al tuo
    e teneramente riarde.

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